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Dopo la prova

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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La recensione su Dopo la prova

di sasso67
8 stelle

Dopo Fanny Alexander, Bergman dichiarò che quello era e sarebbe rimasto il suo testamento cinematografico. Con il senno di poi, possiamo dire che il regista svedese provò a smettere con il cinema e dopo la prova c'è Dopo la prova, che, anche se girato in un teatro e costruito per la televisione, costituisce il prolungamento della carriera cinematografica del maestro. Dopo la prova è sogno (non a caso il protagonista Henrik Vogler sta mettendo in scena proprio Il sogno di Strindberg), ma anche incubo, autocoscienza dei propri errori e fallimenti e, contemporaneamente, «delirio» di onnipotenza, che si sostanzia nella rivendicazione del ruolo demiurgico del regista teatrale.
Se Fanny e Alexander era la summa del cinema bergmaniano, Dopo la prova ne è i paralipomeni, al tempo stesso il non detto del film precedente e il suo «vent'anni dopo», manifestando il potere che ha in mano chi fa arte (dirige un dramma) e le sue responsabilità, anche nel manipolare le vite degli altri. Talvolta un po' verboso, ma intenso come una seduta di analisi in cui si pratica l'ipnosi, Dopo la prova è un'ennesima prova (altro significato del termine) del valore di un Autore che ha smesso di fare cinema solo quando ha finito di respirare o, forse, viceversa.

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