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Stranizza d'amuri

Regia di Beppe Fiorello vedi scheda film

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Debussy

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La recensione su Stranizza d'amuri

di Debussy
7 stelle

A Giorgio e Antonio. All'amore negato, bullizzato, deriso, osteggiato, incompreso. Questo film è una poesia, ma una poesia di quelle che ti scavano il cuore, te lo aprono in due e te lo lasciano così, grondante di rabbia e di dolore. Gianni appare da subito incapace di sorridere. Un padre assente, una madre divisa tra l'amore per il figlio e la subordinazione a un compagno che garantisce loro vitto e alloggio, un bar dirimpettaio in cui si annidano come serpenti insulti e soprusi. Nino invece è sorrisi e luce. Sorridono anche i suoi occhi e i suoi capelli. Sorride la sua famiglia, sua madre, suo padre, suo nipote, il piccolo Totò, sorride lo zio e finanche i suoi vicini di casa. Resteranno però sorrisi congelati. Ibernati sotto le loro paure, le loro incapacità, la loro ignoranza. Paesaggi incontaminati di bellezza e natura in cui i due ragazzi si tuffano per sentirsi finalmente liberi. Queste due mamme che amano teneramente i loro figli, ma che vengono schiacciate dai giudizi degli altri. Il loro resterà un amore a metà, un amore interrotto, un amore calpestato. Sotto le luci dei giochi d'artificio, mentre Nando Martellini grida il suo "Campioni del mondo!", nell'estate dell'82 due ragazzi scelgono l'amore. E c'è chi sceglierà di gridare il suo "Vai via!" e chi invece sceglierà il silenzio. Chi deciderà di correre e chi resterà fermo. Il film finisce, la voce di Battiato fa da sottofondo alle nostre emozioni. Il mare, il sole, le corse in motorino, la luce nei loro occhi. Stranizza d'amuri. L'amuri...

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