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Nuestros días más felices

Regia di Sol Berruezo Pichon-Riviére vedi scheda film

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La recensione su Nuestros días más felices

di port cros
6 stelle

78ma MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2021 – BIENNALE COLLEGE CINEMA

 

Accolto da uno scosciante applauso che ha commosso la giovane regista, al termine della proiezione in Sala Giardino, è il film inaugurale della Biennale College Cinema, iniziativa volta a finanziare la realizzazione di opere prime e seconde di giovani autori.

 

Il film argentino, teneramente strano o stranamente tenero, ci porta all'interno della casa dove convivono l'anziana Agatha con il figlio un po' disadattato Leonidas, appassionato di tutto ciò che riguarda l'Islanda, pur non avendo mai messo piede in quel Paese. Quando alla donna viene diagnosticato un brutto male, ritorna nel corso di una notte all'aspetto di bambina e Leonidas, insieme alla sorella Elisa chiamata in soccorso, deve affrontare la stramba situazione.

 

La rinnovata convivenza del nucleo ed il ribaltamento dei loro naturali ruoli anagrafici (metafora di quello che la malattia avrebbe comunque portato, con i figli adulti a prendersi cura di una mamma non più autonoma) li porta a riflettere sull'importanza dei legami affettivi familiari che non sempre sono risusciti a mantenere e rafforzare nel corso del tempo. La madre e la figlia, divise da incomunicabilità e reciproche ripicche che avevano allontanato Elisa dalla famiglia, impareranno a parlarsi di nuovo. Al contrario il mammone Leonidas, spinto anche dall'indipendente sorella, imparerà a crearsi uno spazio di autonomia fuori dalle mura domestiche e magari a visitare finalmente l'Islanda, in compagnia del commesso della stazione di servizio da cui è rimasto folgorato a prima vista.

 

Si tratta di una pellicola intima dal tocco delicato e dallo stile interessante seppur evidentemente ancora acerbo, che osa senza timore la sua rivendicata stramberia per risolverla nell'abbraccio di una tenerezza che nell'epilogo fa breccia nel cuore.

La giovane autrice Sol Berruezo Pichon Rivière merita certamente un incoraggiamento (in questo senso va forse soprattutto letto il lungo applauso tributatole).

 

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