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Sundown

Regia di Michel Franco vedi scheda film

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La recensione su Sundown

di barabbovich
7 stelle

Quando, nel faraonico resort di Acapulco dove stanno trascorrendo le vacanze, i fratelli Alice (Gainsbourg) e Neil Bennett (proprietari di una floridissima industria alimentare) vengono raggiunti dalla notizia della morte improvvisa della madre, sono costretti a rientrare in fretta a Londra con i figli di lei. Neil (Roth) accampa una scusa e rimane in Messico. A funerali conclusi, Alice torna ad Acapulco per capire cosa stia succedendo e per far firmare a Neil - che nel frattempo ha ingaggiato una love story con una autoctona - alcune carte con cui l'uomo si impegna a rinunciare alla propria cospicua parte di eredità in cambio di un vitalizio. Poi la storia imbocca una pista thriller che tiene lo spettatore in sospeso: perché Neil è così distaccato da tutto? Perché se n'è andato a stare in un hotel di infimo ordine dove può capitare di assistere ad un omicidio sul bagnasciuga in pieno giorno? Perché nemmeno la prigione messicana - che sembra un girone infernale - sembra preoccuparlo?
Con una narrazione sospesa e una tessitura lenta e rigorosa, il regista messicano Michel Franco (reduce dal successo di Nuevo orden) gioca per quasi tutto il film con l'immaginazione dello spettatore, che non riesce ad attribuire ragioni plausibili al comportamento del protagonista. Un rifiuto dell'appartenenza di classe? Un piano mefistofelico? E poi perché quegli squarci semi-onirici di natura suina? Lo capiamo soltanto alla fine, quando anche i pesci della prima inquadratura del film acquistano un significato.

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