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tick, tick... Boom!

Regia di Lin-Manuel Miranda vedi scheda film

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Gangs 87

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La recensione su tick, tick... Boom!

di Gangs 87
6 stelle

Quanto può essere crudele a volte (?) il successo? Tanto ambito quanto amaro, c’è chi dedica la propria vita a raggiungerlo senza riuscirci mai, c’è chi ne resta schiacciato e chi non fa in tempo ad intravederlo che muore, prima di poterne godere, almeno in parte. È quello che accade a Jonathan Larson, autore dell’omonimo musical da cui parte questo adattamento cinematografico ideato dal regista Lin-Manuel Miranda al suo esordio nella settima arte, e che esordio!

 

Ebbene sì perché Tick, Tick... Boom! È una biografia niente male. La storia, drammatica e ambiziosa del compositore e drammaturgo statunitense noto per aver affrontato gli argomenti della multicultura, della tossicodipendenza e dell’omofobia nelle sue opere musicali di cui tick, tick... BOOM! prima e Rent poi sono la massima espressione.

 

La pellicola di Miranda parte dall’odissea della realizzazione della prima opera di Larson, quasi misconosciuta, Superbia, a cui l’autore lavora tra il 1983 ed il 1990 senza però mai trovare un vero e proprio produttore che gli consenta di darle vita e così, dopo sette anni di duro lavoro, un amore e un’amicizia messe da parte, Superbia finisce in un cassetto e getta Larson, alla soglia dei trent’anni, in una sorta di depressione artistica; perché lui lo sa bene che il successo si raggiunge fino ad una certa età, che Jonathan crede di aver ormai superato ma invece non è così. Il successo è proprio dietro l’angolo, le sue opere di prossima realizzazione, saranno il suo riscatto.

 

In particolar modo Rent opera amata e maledetta che racconta la storia di Mark, che altro non è se non quella dell’autore stesso, regista indipendente e squattrinato, che insieme al suo amico Roger, sta tentando di girare il film della sua vita a discapito delle innumerevoli difficoltà che la vita gli impone, compresa la scoperta di essere sieropositivo. Attorno a lui ruotano una serie di personaggi che sullo sfondo del disagio economico e sociale sul quale passa l’ombra silenziosa della malattia cercheranno di trovare ciò per cui vale la pena di lottare e vivere.

 

Ma di Rent nella pellicola di Miranda si accenna appena. E’ un’opera che non si vede, non si ascolta, perché Miranda decide di fermarsi proprio in nell’attimo prima del successo, esattamente dove si ferma l’esistenza di Larson stroncato da una dissezione aortica all’età di trentasei anni, il giorno prima del debutto della sua opera più grande che lo renderà immortale. Come a voler estremizzare il racconto, in formato musical, che pone sotto il nostro sguardo, come a volerci dire che abbiamo il diritto di vedere fino ad un certo punto, fin dove anche Larson ha potuto vedere e narrare, considerando che è lui, Jonathan, interpretato in modo convincente e sbalorditivo da Andrew Garfield, all’apice della sua forma artistica, la voce narrante di un film che non è solo un musical ma un frullato di musica e parole come lo è stata la vita di Jonathan Larson.

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