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Fantasia 2000

Regia di Registi vari vedi scheda film

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La recensione su Fantasia 2000

di giansnow89
7 stelle

Compendio della grandeur Disney, sguardo verso il futuro e malinconico ricordo del passato.

Sgombriamo subito il campo da equivoci: il Fantasia originale rimane unico ed inimitabile, mirabile esempio del genio folle di Walt Disney. Questo trentottesimo classico disneyano è quindi da intendersi come un riverente e ossequioso omaggio all'originale. I rimandi sono molteplici e gradevoli, così come le chicche nascoste: si parte con la forza evocativa delle immagini astratte ad accompagnare la quinta di Beethoven (e l'inizio dell'episodio sembra essere estratto direttamente dal pezzo della Toccata e fuga del film del 1940). E il breve episodio dei fenicotteri, in qualche modo non riassume, non sintetizza (o perlomeno, tenta di farlo) la comicità del pezzo dei funghi e della Danza delle ore? E poi c'è Paperino, che idealmente raccoglie il testimone da Topolino per traghettare l'azienda Disney nel nuovo millennio: Topolino mediano alla Oriali e Paperino centravanti, si invertono i ruoli che Walt aveva invano provato a ristabilire con il frammento dell'Apprendista nel 1940, allorché il suo Topolino era stato superato in popolarità dal collerico palmipede. Nell'ultimo episodio viene infine ripreso Igor Stravinskij, qui con un balletto meno cupo, meno distruttivo, un messaggio quasi ecologista che insieme al frammento dell'Arca di Noè invita la popolazione del nuovo millennio a prendersi cura della natura, della fauna e della flora: un invito che oggi pare purtroppo miseramente inascoltato. Notevoli e autoironici anche il pezzo delle megattere sulle note dei Pini di Roma di Respighi, il pezzo della frenesia metropolitana con la Rapsodia in blu, quello del soldatino di stagno. In essi trovano la loro piena espressione la perfezione assoluta della computer grafica disneyana (anche qui, un richiamo al millennio che sta arrivando), e l'inconfondibile ed insuperabile tratto dei disegnatori della scuola di Burbank. Compendio della grandeur Disney, sguardo verso il futuro e malinconico ricordo del passato: questo è Fantasia 2000.

 

Certo, l'originale non si batte. Impossibile pareggiare l'evocatività sublime, sincretismo di romanticismo e astrattismo, del primo episodio sulle note di Bach, dove davvero ogni punta di colore, ogni tratto di disegno, corrispondeva matematicamente alla nota che idealmente l'aveva prodotto. Come non si può riprodurre la grazia birichina dello Schiaccianoci, o la potenza primordiale e ancestrale della Sagra della Primavera, che racchiude nascita e morte. O l'orrore demoniaco della Notte sul monte Calvo, chiara citazione dell'espressionismo tedesco, episodio terribile eppur maestoso. Fantasia 2000 non poteva nemmeno avvicinarsi a queste vette, e lo sapeva bene. Ma con ironia e un pizzico di nostalgia, può essere guardato come una piacevole rimpatriata nei luoghi più amati e come un suggerimento alle nuove generazioni a guardarsi il vero Fantasia, affinché non sia mai dimenticato.

 

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