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Decision to Leave

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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La recensione su Decision to Leave

di Gangs 87
8 stelle

Quando il corpo di Ki Do-soo, un ufficiale dell’immigrazione in pensione, viene trovato ai piedi di una montagna che scalava spesso, vengono chiamati ad indagare il detective Jang Hae-jun e il suo partner Soo-wan. I primi sospetti si rivolgono verso la moglie dell’uomo, molto più giovane di lui che non solo non manifesta dispiacere per la perdita del marito ma possiede un graffio sulla mano e lividi sulle gambe e sul busto. Con il procedere delle indagini, il detective si innamora della giovane vedova, compromettendo (forse) la risoluzione del delitto.

 

Park Chan-wook imbastisce un thriller che trasforma lentamente in un dramma sentimentale. L’impressione è quella di vedere ad ogni sequenza una storia diversa. Nel momento in cui lo spettatore sembra arrivare a delle conclusioni dalla narrazione vengono fuori degli elementi che conducono a conclusioni totalmente diverse, ribaltando la situazione. Risulta essere questo uno degli aspetti più interessanti della pellicola e che rende la narrazione sempre a suo modo interessante e coinvolgente.

 

Certo è che anche l’uso di inquadrature molto affascinanti, che somigliano a fotografie dai colori nitidi e da soggetti composti, come in posa davanti all’obiettivo, elementi fondamentali per elevarne la bellezza di questa pellicola che nei modi e nelle fattezze omaggia tanti diversi stili cinematografici. Cosi come interessante risulta la scelta del montaggio serrato che non lascia spazio ai pensieri e che per questo innesca in colui che guarda una serie di reazioni immediate e improvvise, rendendo il coinvolgimento, se possibile, ancora più assoluto.

 

L’indagine investigativa che apre il racconto, ci accorgiamo ben presto che è solo una scusante per innescare il racconto; l’investigazione infatti si limita a fare da sfondo laddove sono i sentimenti ad essere i veri protagonisti: ciò che si prova ma soprattutto il modo in cui l’essere umano affronta il sentimento. Escludendo l’approccio fisico, Park Chan-wook concentra l’attenzionesulle sensazioni che i protagonisti provano e tentano di trasmettere.

 

Questa visione tragica dell’amore vero proibito dal destino a favore di relazioni di comodo o d’abitudine che sovrastano i sentimenti. Questa visione fatalista è l’aspetto romantico della pellicola, che trasforma appunto il thriller in un dramma sentimentale (come già sopra accennato) che spiazza per la capacità che possiede di modificare non solo la prospettiva della narrazione ma anche l’imprinting dello spettatore che, grazie alla coerenza della sceneggiatura costruita intorno ai personaggi, riesce ad immedesimarsi in ogni momento del racconto.

 

Park Chan-wook dirige un film brillante dal fascino antico che merita almeno una visione.

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