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Detroit Rock City

Regia di Adam Rifkin vedi scheda film

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La recensione su Detroit Rock City

di FilmTv Rivista
4 stelle

Cosa accade quando una madre cattolica praticante scopre che il figlio ha sostituito il suo vinile di Carly Simon con quello di “Love Gun” dei Kiss, il complesso satanico per eccellenza? Se siete curiosi, “Detroit Rock City” vi darà la soluzione. Siamo a Cleveland, Ohio, nel 1978 e quattro ragazzi, che compongono il gruppo dei Mystery, sognano di diventare il gruppo spalla dei Kiss. Hanno quattro biglietti per il mitico concerto dei loro beniamini a Detroit, ma la madre di Jem, furiosa per via di quello scambio, glieli brucia. I quattro ragazzi non si perdono d’animo e iniziano una spietata e faticosa caccia al biglietto. Prendendo spunto dal rock satanico dei Kiss, il film in realtà mette in scena una edulcorata commedia adolescenziale, con i suoi temi e riti di passaggio, primo tra tutti quello sentimentale-sessuale. La notte del grande concerto diventa infatti una scusa per parlare dell’iniziazione sessuale di quattro ragazzi, alla soglia dei rampanti anni ’80. Ma dei ruggenti anni ’70 il film di Rifkin lascia intravvedere molto poco, e dimostra di aver parecchio da imparare da quello straordinario affresco generazionale dei “sixties” che fu “American Graffiti” di George Lucas.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 35 del 2000

Autore: Fabrizio Liberti

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