Espandi menu
cerca
House of Gucci

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

Recensioni

L'autore

chinaski

chinaski

Iscritto dal 24 agosto 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 18
  • Post 51
  • Recensioni 629
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su House of Gucci

di chinaski
6 stelle

Il nome di Patrizia Reggiani mi ronzava nel cervello senza che ne capissi il motivo mentre quelli dei membri della famiglia Gucci erano dei perfetti sconosciuti e forse quando ero ragazzo, le notizie del suo arresto e del processo, dovevano essermi arrivate nelle orecchie, dal telegiornale, mentre cenavo a casa con la mia famiglia - Maurizio Gucci viene ucciso a Firenze e chissà perché Ridley Scott ha scelto il quartiere Coppedé a Roma per girare la scena dell’omicidio - Lady Gaga è un campionario di feticismo assoluto, sempre con i tacchi alti, che siano scarpe aperte o stivali, c’è qualcosa di animalesco nella sua recitazione, di passionale, una femminile rapacità, sesso selvaggio su un tavolo, mentre Adam Driver se la sbatte come se non ci fosse domani - Feticismo delle merci, delle marche, del capitale, accumulato, investito, dilapidato - Crollo di una dinastia, tradimenti, imperi della moda collassati, venduti e ricostruiti, ricche abitazioni, interni di famiglia griffati e grotteschi, Jared Leto vizioso personaggio fra presunte perversioni (merda VS cioccolato), improbabili abiti e acconciature di capelli, chiacchiere melliflue e toni di voce acuti e snervanti, innocue occhiate di impotenza, prima che ogni cosa cada in sfacelo e non ci siano più margini al proprio fallimento - Al Pacino sfarzoso anfitrione di negozi e casolari, di feste e pranzi, un urlo liberatorio di disperazione, di incredula consapevolezza, padre perdente e padrino perduto, firme faustiane con il sangue della sconfitta, nella disillusione lacerata di un mosaico familiare in frantumi - Adam Driver altezzosa presenza, imbranata nell’approccio, sorridente nel dubbio, eleganza legnosa, algida perseveranza nel controllo del proprio nome e dei propri privilegi - Jeremy Irons, magnate morente fra ragnatele di pellicole e fantasmi del passato - Trame sostenute dalla vera presenza di fatti realmente accaduti, talmente carichi di macchinazioni e avidità da sterminare qualsiasi tentativo di finzione e al di là degli eventi rimane una costante passerella di irriducibili narcisisti, il mondo della moda come una corte di principeschi rottinculo, di fiabesche vite sostenute dal denaro. Lusso e sesso, perché è nel loro confondersi che il desiderio diventa potere. E la morte, come una peccaminosa confessione della loro immaginifica vacuità.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati