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Tailor

Regia di Sonia Liza Kenterman vedi scheda film

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La recensione su Tailor

di alan smithee
7 stelle

39 BERGAMO FILM MEETING - CONCORSO

Tempi duri per l'economia greca, che non risparmia, con tutta la drammatica coerenza del caso, nemmeno le sorti di una famosa sartoria di lusso in Atene, in cui il lavoro certosino di un abile sarto portavoce dello stile tutto italiano di vestire, si è tramandato da anni ormai sul figlio, che ne ha assunto la direzione, specializzandosi a cucire abiti non meno perfetti di quelli dell'anziano capofamiglia.

Il problema è che nessuno, o davvero poche persone ormai si rivolgono ad un sarto, preferendo, qualora sia inevitabile ricorrere a vestiti da cerimonia, ad un più semplice e decisamente più economico pret à porter.

Nel tentativo di rilanciare l'attività, il giovane titolare si spinge a ricorrere alla vendita a domicilio attraverso un carrettino di propria fabbricazione, ma i risultati si rivelano piuttosto deludenti.

Quando il vecchio genitore poi si ammala, e la banca minaccia pignoramenti che potrebbero fagocitare l'intera attività, ecco che una improvvisa intuizione aprirà nell'erede Nikos la strada ad un processo di conversione del proprio stile e soprattutto dell'offerta del proprio prodotto su misura, in grado di rivoluzionare un'attività da decenni ormai troppo concentrata a sviluppare un mercato ormai saturo o superato, rivolgendosi ad un target di clientela più modesto in termini di possibilità economiche, ma offrendo loro un prodotto in grado di sodisfarli e di permettere all'attività sartoriale di sopravvivere..

Le difficoltà aguzzano l'ingegno, e permettono ad una attività artigianale portata avanti con la premiante abilità certosina di chi sa svolgere al meglio la propria professione, di superare un momento di crisi che, a prima vista, pareva senza uscita.

Il film della giovane regista greca Sonia Liza Kenterman è figlio del proprio difficile ed ingrato tempo che gira intorno, ma rinuncia, per una volta, allo stile funereo e lugubre che ha caratterizzato la peraltro assai interessante "nouvelle vague" autoriale ellenica, per concentrarsi su uno stile da commedia che non rinuncia a fornirci ritratti di personaggi che nemmeno la necessità riesce a trasformare in individui cupi, tormentati e dagli sviluppi incontrollati. Fino a divenire, questo piccolo, grazioso film, un autentico inno alla intraprendenza e alla perseveranza, che da tempo immemore una delle qualità più preziose in grado di contraddistinguere un vero imprenditore che sappia rivelarsi tenace e dai nervi saldi, in grado pertanto di affrontare con successo le insidie che ostacolano il proseguimento di una attività che, al contrario della triste realtà dei fatti, si sarebbe ritenuto più che consolidata.

Gran parte della riuscita del film, scritto bene e popolato di personaggi assai ben delineati, è dovuta altresì all'interpretazione della nuova leva della sartoria, ovvero il distinto e compassato ma anche sotto sotto orgoglioso Nikos, ottimamente reso dall'attore Dmitris Imellos.

 

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