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Smoking

Regia di Alain Resnais vedi scheda film

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La recensione su Smoking

di EightAndHalf
7 stelle

Dicono che tornando nel passato solo uccidendo una farfalla potrebbe cambiare l’intero destino dell’umanità e della sua storia. Inutile porci questo problema, almeno perora non possiamo muoverci nel tempo. Forse però lo può fare il cinema, e quindi Alain Resnais, che se n’è accorto, realizza un leggero e ironico divertissement in cui possiamo osservare la vita di alcuni individui britannici sottoposta a continui sbalzi temporali (ogni capitolo di ogni singola variante si sposta alternativamente cinque ore dopo, cinque giorni dopo, cinque settimane dopo, cinque anni dopo) sia in avanti che indietro, in cui la volubile volontà dell’essere umano varia, e così varia il suo futuro. In realtà, quello che Resnais vuole comunicare è che, alternando e destrutturando eventi, ritraendo confronti sociali e umani in set quasi teatrali, riproponendo caratteri sottoposti a stimoli che, generalmente, li innervosiscono e li demoralizzano, in realtà la situazione non cambia: la fine offre sempre delusioni, causa la terribile complessità (qui spaventosamente ridicola) dell’essere umano. Tanto è complesso l’essere umano, tanto a lungo andare, anche con “No Smoking”, risulta complesso il puzzle di scatole cinesi che realizza Resnais: non è necessario ricordarsi le singole varianti, non tutto va tenuto a mente, ma l’intento dello spettatore (comunque un po’ più impegnato del solito) è quello di tenere a mente personaggi facilmente memorizzabili (interpretati tutti, alternativamente, da Sabine Azéma e Pierre Arditi, che si riconfermano straordinari caratteristi) e giungere all’inevitabile conclusione pessimistica che Resnais cela dietro ritmi da pastiche e eventi quasi slapstick: la prolissità del prosaico, il desiderio di novità, di “cambiare” effettivamente la propria esistenza, di prendere in mano i fili intoccabili della sorte, di percepire, alla fine, il senso di una consecutio temporum che nasconde sorprese, nascite di idee (nei frammenti più cronoligicamente arretrati), prese di coscienza (in frammenti centrali) e inevitabili, funeree sorti (nei frammenti finali, sempre svolti in un cimitero).

Resnais si rivela acidissimo nella costruzione di personaggi quasi macchiettistici, prese in giro di un certo bonton buonista inglese (e in realtà universalmente condiviso: non è solo satira anti-britannica!), di certi luoghi comuni, di certe fratture fra classi sociali differenti e fra sessi diversi, racchiudendo nei due attori principali (e unici) esemplari emblematici e sintetizzati di “uomo” e “donna”, nel vorticoso trauma del destino umano. Il desiderio di rivalsa suddetto non sarà soddisfatto, come non è soddisfatta in generale la complessità desiderativa dell’uomo: esso si lascerà andare a vizi artificiali, fumo, alcool, cultura. Il quadro è dissacrante sia per giovani che per vecchi, sia per ignoranti che intellettuali, sia per lavoratori che squattrinati, e tutto rimane allegramente esecrabile, ma provvisto quasi di un’improbabile pietas. Inscindibile da “No Smoking” nel giudizio, benché sussista più di una differenza.

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