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La notte rossa del falco

Regia di Juan Bosch vedi scheda film

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La recensione su La notte rossa del falco

di giurista81
5 stelle

Canto del cigno del western italo-ispanico curiosamente distribuito in Italia col fuorviante titolo de "La Notte Rossa del Falco", anziché con l'originale "La Città Maledetta" (espressione proferita dal protagonista). Alla regia c'è uno specialista, Juan Bosch, e ritroviamo anche Alberto Grimaldi (produttore esecutivo) che, un decennio prima, ha prodotto il Sergio Leone del dopo Per un Pugno di Dollari. Proprio questa pellicola viene interessata da questo western, che appare molto più vecchio dell'effettiva età. Bosch e gli sceneggiatori giocano tuttavia la carta del giallo, proponendo una lunga catena di omicidi che portano alla liberazione dai malviventi che pullulano in città. Protagonista è lo sconosciuto Chet Bakon (che non è uno pseudonimo di Gianni Garko come hanno erroneamente scritto Marco Giusti e Antonio Tentori nei rispettivi libri), nei panni di un investigatore che indaga sugli omicidi praticati da assassini che restano sempre fuori campo. Bosch si limita a mostrare, in alternanza, la vittima e il dettaglio di pistole o fucili che sparano oppure con coltelli lanciati e piantati nel corpo dell'aggredito. Notevole l'uccisione di Diana Lorys a cui vengono inferti numerosi colpi in pieno petto con un martelletto spaccaghiaccio che si abbatte sulla donna in modalità spaghetti thriller. Curiosa, per questo omicidio, la scelta del montaggio con la caduta dell'attrice mostrata in rallenty attraverso un'alternanza tra la caduta ordinaria e il frame immeditamente precedente.

Largo utilizzo del sangue, con vesti inzuppate di rosso e un certo gusto per i dettagli sanguinolenti (schizzi di sangue ogni volta che si viene colpiti da pallottole). Più che sufficiente la musica. Poco curate le scene di raccordo. Bosch monta la sceneggiatura con piglio teatrale, passando spesso da un set all'altro senza fluidità. Niente di eccelso, in definitiva, ma comunque vedibile.  

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