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I visitatori

Regia di Elia Kazan vedi scheda film

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La recensione su I visitatori

di Kurtisonic
8 stelle

locandina

I visitatori (1972): locandina

In un’ipotetica classifica dei film sulla guerra in Vietnam e nel suo specifico sottogenere, quello riguardante le conseguenze psicofisiche sui reduci, in che posto verrebbe collocato The visitors di Elia Kazan?  Il nuovo corso del cinema americano che andrà affermandosi dalla seconda metà degli anni sessanta per sfociare nell’epopea new Hollywood come si confronta con un lavoro controcorrente ma equidistante sia dalla vocazione più classica e positiva dell’eroe di guerra che con quella antiretorica ribelle e disillusa del cinema della crisi e del revisionismo ideale? Il penultimo film di uno dei maestri di cinema verrà abbastanza sottostimato in favore di quella tendenza stilistica che esso stesso contribuisce ad affermare. Il valore di The visitors sta proprio nella sua particolare rappresentazione (il racconto in sé verrà ripreso quasi vent’anni dopo da B. De Palma in Vittime di guerra).  In un’atmosfera degna del miglior Polanski allineato al Cane di paglia di Peckinpah si concentra una vicenda  divisa tra attesa, vendetta e inevitabilità, Kazan mette in luce con sfrontatezza le contraddizioni  destinate a rimanere insolute nel profondo dell’animo umano,  riesce ad evidenziare la forte conflittualità interna nel singolo individuo che se si priva di un pensiero critico e aperto verso l’ideologia, non può che affrontare le controversie della realtà con l’istinto e l’incoscienza. Bill, un reduce diventato convinto pacifista vive in una casa ai margini di un grande parco insieme alla giovane moglie Martha e al figlioletto. In una piccola abitazione vicina c’è il padre di lei, padrone assoluto di tutte le proprietà. Riceveranno  la visita di due ex compagni d’armi  di Bill che durante la guerra hanno compiuto un atto di violenza ingiustificata, e per quell’azione Bill stesso  li aveva denunciati alle autorità militari. Kazan rielabora all’interno di ogni personaggio virtù difetti e spirito del tempo della nuova società americana, paure , rancori e idealismi che devono fare i conti con una situazione che richiederà  loro una verifica diretta e obbligata. Ognuno rappresenta l’opposto ma anche il  suo completamento sociale, dunque il giusto e la parte accettabile dell’altro.  I cinque personaggi costituiscono un corollario lucido e spietato  non solo di come la guerra ha modificato la loro vita, ma di come un evento così tragico e la sua giustificazione di massa generi  falsi miti e distorsioni ideologiche di ogni tipo. Il padre di Martha è oltre che ricco, uno scrittore che cerca di rielaborare le sue esperienze di guerra riferite al secondo conflitto mondiale a cui ha partecipato, incapace di mettere in discussione l’idea aprioristica della supremazia e della giustizia del bene sul  male, imprigionato in ricordi tragici che invecchiano dentro di lui a tal punto dal fargli travisare completamente il senso della realtà. Egli è una presenza di raccordo fondamentale nel film, poiché accoglierà la presenza dei visitatori  come suoi simili, in contrasto con la mollezza del genero che disprezza e che a sua volta ha sottratto il suo potere sulla figlia, considerata dentro di sé come parte della sua proprietà. E’l’elemento di unione e di continuità culturale tra il vecchio e il nuovo pensiero, contaminato da un benessere e da una ricchezza in grado di confermare la correttezza delle sue azioni e delle sue opinioni. Bill, che da subito percepirà la minaccia dei due ex soldati si scontrerà fino in fondo con i suoi ideali di pace ma anche con la sua stessa natura indifesa e indeterminata. Martha, personaggio inaspettatamente più complesso e sfaccettato si presenta ambiguamente come soggetto emergente della nuova società fautrice della modernità, ma anche come oggetto tradizionalmente subordinato al potere violento maschile dal quale rivendicare protezione. Kazan gestisce con estrema attenzione questo personaggio, il più delicato, che si presta alla facile strumentalizzazione ideologica ma vuoi per la scelta oculata dell’attrice e per una cura al dettaglio della sua azione risulterà essere il centro morale della vicenda. I due visitatori sarebbero quello che il cinema successivo non concederà mai all’antieroe new hollywoodiano, l’insensatezza, la sconfitta fine a sé stessa, il richiamo inconscio verso la morte attraverso l’azione fortemente negativa.  La loro condanna è una coazione a ripetere nel quale non trovare redenzione ma  un temporaneo sollievo malvagio nel quale crogiolarsi. Formalmente The visitors lo definiremmo oggi dal punto di vista scenografico ed estetico come un prodotto indipendente,  comunque appartenente al cinema della narrazione (diverso dunque  anche da quello off Hollywood, sperimentale di quegli anni).  Kazan volle girare il film con un budget ridotto, lontano dalle grandi produzioni e dal loro apparati, regalandosi quell’autonomia  realizzativa  che invece autori che godettero di un forte e successivo appeal  non si conquistarono mai fino in fondo.

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