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Equus

Regia di Sidney Lumet vedi scheda film

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La recensione su Equus

di will kane
6 stelle

Che "Equus" sia stato un testo comunque capace di inquietare, e di creare interesse, lo dimostra anche il fatto che qualche tempo fa, quando Daniel Radcliffe, sul palcoscenico, scelse di interpretare il tormentato Alan Strang, nudo in scena, ci fu l'interesse, un pò morboso, di certa stampa e di diversi fans: il dramma scritto da Peter Shaffer, successivamente autore anche di "Amadeus" continua a rappresentare una prova ardita per gli attori e registi, ed un testo cupo e coinvolgente per il pubblico. Come mai il giovane Alan è stato colto, completamente nudo, in un fienile, ove aveva accecato, delirante, con un falcetto, diversi bellissimi esemplari della razza che tanto amava? Lo psichiatra Martin Dysart prende in esame il ragazzo, ma si addentra fin troppo nello scavo della personalità sconquassata di Strang, rimanendo coinvolto dalla discesa nella sua follia e disperazione. Nonostante le candidature ed i premi ottenuti ( tre nominations agli Oscar, per Burton, Firth e la sceneggiatura, a cura di Shaffer, due Golden Globes vinti, sempre dai due attori principali, ed un BAFTA a Jenny Agutter), non è uno dei titoli più amati o citati della filmografia fluente di Sidney Lumet: forse per la sgradevolezza di fondo di tema e svolgimento, ma anche perchè il lungometraggio paga abbastanza l'origine teatrale del testo. Certo, le prove attoriali sono di qualità forte, coraggiose e sentite, anche perchè Richard Burton, forse, è un attore meno valutato di quanto meriterebbe, Lumet ha sempre saputo risultare un direttore d'attori capace e intenso, ed il racconto ha una progressione drammatica che evidenzia, come forse oggi sarebbe più difficile rendere, data la sterzata verso il pudico del cinema mainstream, un'omosessualità repressa che sfocia in un attacco di violenza verso le cose più amate. Non un capolavoro, e nemmeno un film che mette voglia di riguardarlo a cuor leggero, ma comunque un lavoro interessante. 

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