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The Rental

Regia di Dave Franco vedi scheda film

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La recensione su The Rental

di alan smithee
4 stelle

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Due affiatati soci in affari, Cherlie e Mina, decidono di festeggiare il loro ultimo successo professionale trascorrendo un week end presso una bellissima villa sul mare affittata via internet. Entrambi si fanno accompagnare dai rispettivi fidanzati, tra cui quello di Mina risulta essere il fratello di Charlie.

L'accoglienza del guardiano non è delle migliori, e Mina scopre che l'atteggiamento greve e discriminatorio dell'uomo hanno inciso in modo preponderante sul mancato esito del suo iniziale tentativo di prenotazione della casa, essendo la ragazza di origini mediorientali.

Comunque l'episodio viene messo da parte, al punto che la sera due di loro, Charlie e Mina, decidono di assumere una sostanza stupefacente per procurarsi un po' di ebbrezza; la stessa che li induce a finire nelle braccia l'uno dell'altra ad insaputa dei rispettivi compagni.

Come se non bastasse, la ragazza si accorge che la casa è colma di telecamere situate nei posti più impensabili, disposte per riprendere gli ospiti in atteggiamenti intimi e per soddisfare turpi desideri di voyeurismo da parte di ignoti.

Impossibilitati a rivelare tutto per timore di essere sgamati in quell'episodio di intimità fuori luogo che li ha coinvolti, i due, ma pure i rispettivi partners, dovranno vedersela non tanto col greve guardiano della bella casa, che di fatto si prende tutte le colpe, senza verne molte, quanto piuttosto con uno psicopatico ben avvezzo a questi giochini erotici, proteso a portare avanti il gioco fino al punto di sacrificare quegli scomodi testimoni.

L'esordio in regia di Dave Franco, fratello già piuttosto noto del più famoso James, avviene con un horror che egli stesso si prende cura di scrivere, ma che rivela pecche e banalità di definizione di caratteri e personaggi già proprio in sede di scrittura.

I quattro ragazzi protagonisti assumono da subito atteggiamenti e comportamenti che avrebbero soddisfatto la teoria di Wes Craven secondo la quale nel mondo perverso e sadomasochistico del genere horror, senza la presenza di atteggiamenti stupidi in capo a personaggi ancor più stupidi, l'assassino avrebbe davvero poche chances o decisamente meno divertimento entro cui crogiolarsi.

E difatti i quattro ne combinano una dietro l'altra per compromettere ognuno la propria posizione, risultando oltretutto davvero antipatici e scostanti al punto che quasi si arriva a tenere per lo psicopatico.

Un folle che, tuttavia, è descritto ed appare in modo così qualunque ed approssimativo (la solita maschera completamente impersonale ormai intollerabile dopo i capisaldi a saga di Halloween, Non aprite quella porta e Venerdì 13), da non permettere allo spettatore di potercisi in qualche modo affezionare.

Insomma un horror senza verve, tutto luoghi comuni, senza mai un vero guizzo di genuina tensione ad animare la presa emotiva in capo allo spettatore.

Tra i protagonisti si riconoscono Dan Stevens e Alison Brie, consorte di Dave Franco, entrambi incapaci di dare ai rispettivi personaggi quel guizzo in più per ridimensionare la delusione generale ei confronti del prodotto, qualunque e banale mix di dejà vu.

 

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