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La polveriera

Regia di Goran Paskaljevic vedi scheda film

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La recensione su La polveriera

di pazuzu
8 stelle

«I Balcani sono una polveriera, sono il buco del culo di questo pianeta, e in questo momento tu sei su un'emorroide, un'emorroide che butta sangue.»

Belgrado, seconda metà degli anni 90. Mane, dopo un lustro passato all'estero, torna in città con l'obiettivo di rivedere Natalia, la donna che aveva abbandonato per partire; Alexander, un ragazzo senza patente, tampona con l'automobile del padre quella di Jovan, un uomo aggressivo e poco propenso ai convenevoli; un conducente di autobus bosniaco a capo di una famiglia alle soglie dell'indigenza si appresta a svolgere il turno di notte, mentre il figlio disoccupato perde tempo dietro ad un pazzo sadico dedito a loschi traffici; un taxista particolarmente vendicativo incontra in un bar Dimitri, un ex poliziotto reso invalido da un terribile pestaggio; un pugile in preda ai sensi di colpa confessa al proprio migliore amico di esser stato, vent'anni addietro, con quella che ai tempi era la ragazza di lui.
Queste tracce apparentemente slegate rappresentano frammenti di vite destinate ad incrociarsi incontrarsi e sovrapporsi, fra loro e con diverse altre, nel corso di una notte assurda ed interminabile, una notte nella quale scorrerà del sangue, una notte come tante in una ex Jugoslavia dilaniata dalle guerre passate ma già pronta per quelle future.
La Polveriera propone una galleria di soggetti marginali, figli disperati di una regione senza pace ed in costante crisi d'identità in cui a regnare incontrastati sono egoismo rabbia paura e frustrazione. Il regista serbo Goran Paskaljevic tratteggia un quadro grottesco e tragico, fotografando con sguardo caustico e provocatorio il disfacimento di una società svuotata di ogni prospettiva, annichilita ed inabile a qualsivoglia reazione, incapace della lungimiranza necessaria per ergersi ad artefice del proprio destino.
Condannati all'apatia alla diffidenza e al rancore, i protagonisti del film sono vittime di un potere politico folle e di sé stessi, che questo potere lo criticano ma non lo vogliono o non lo sanno contrastare; sono individui che, privati di un'architrave solida attorno a cui edificare le proprie esistenze, brancolano nel buio di una civiltà ridotta allo stato brado, ignorando il concetto di comunità ed improntando le proprie condotte ad un individualismo cieco e chiuso a doppia mandata verso l'esterno. E non c'è salvezza, non c'è redenzione, non ci sono scappatoie o seconde possibilità per questi uomini soli: ognuno è consumato dal proprio personale conflitto col mondo, inchiodato alle proprie scelte, agli errori, a gesti di un momento che segnano (o spengono) una vita.
Paskaljevic affonda le radici del racconto in un umanesimo sentito e sofferto, senza però conceder nulla al sentimentalismo, unendo la pietà con il rigore, ed inserendo in un contesto di crudo realismo schegge impazzite di uno humor amarissimo e tetro. Strutturato come un susseguirsi incalzante di lunghe scene in crescendo, La Polveriera è un vigoroso pugno nello stomaco, un film in cui violenza e morte sono perpetrate senza distinzione alcuna di etnia sesso condizione sociale o religione: perché cattiveria innata ce n'è in ogni essere umano, e può divenire contagiosa incontrollabile e letale se messa in condizione di proliferare.

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