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La figlia di un soldato non piange mai

Regia di James Ivory vedi scheda film

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La recensione su La figlia di un soldato non piange mai

di LorCio
7 stelle

Affascinato dal passato e dalla letteratura, James Ivory innesta sempre nei suoi film questi due elementi, in un modo o nell’altro, qualche volta contaminandoli, ottenendo spesso risultati che non accontentano mai all’unanimità. A questo film, appartenente al particolare genere delle biografie reinventate, furono rimproverate molte cose: una certa inutilità, poca passione, un relativo interesse, troppo accademismo alla Ivory.

 

Probabilmente è tutto vero, ma sono dell’idea che La figlia di un soldato non piange mai sia un film assolutamente dignitoso per gli stessi motivi per cui è considerato un passo falso nella carriera del regista americano. La vita romanzata e rimaneggiata dello scrittore James Jones (qui chiamato Bill Willis) è l’occasione per approfondire il rapporto di certi intellettuali americani con la propria identità espressa e repressa: tanto sono cittadini del mondo, quanto sono spaesati e sperduti; tanto si sentono profondamente americani, tanto la evitano per scoprire un altro mondo; tanto vivono la Francia con un animo in cui si ravvede il desiderio del Grand Tour di romantica ascendenza, quanto ambiscono in un’inetta perpetuità al ritorno nell’effettiva patria. Willis è un uomo in eterna fuga che soltanto quando percepisce il germe della morte capisce che l’unico modo per andarsene è ricongiungersi con chi gliel’ha inseminato anni orsono.

 

Racconto di formazione a due voci, propone un’epoca non priva di stereotipi (gli esistenzialisti, la contestazione) ma anche affrontata con duttile distacco emotivo, percorre la storia della famiglia filtrandola attraverso la crescita della figlia naturale Channe e il figlio adottivo Billy, quasi due proiezioni ideali della nouvelle vague per sensibilità e nervosismo. I due protagonisti adulti, stanno quasi sullo sfondo, un po’ come guide e un po’ come fratelli maggiori: lo scrittore è immerso nel suo mondo e ha il carisma di un leone; sua moglie gli regge con lo strascico con incondizionato amore.

 

Sono interpretati, con raffinata discrezione, da Kris Kristofferson e Barbara Hershey. In tanta (troppa?) carne al fuco (l’amore interrazziale tra la domestica portoghese e un nero, le diffidenze dei francesi, la preside che si muove oniricamente), c’è un bellissimo personaggio: è Francis, il migliore amico di Channe, tenero ed insopportabile, affettuoso e duro, emarginato e monopolizzante, con la voce da soprano e sentimenti repressi.

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