Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Commedia non particolarmente originale ma comunque godibile e discretamente divertente soprattutto grazie alla verve dello straordinario cast assemblato dal sempre valido Sergio Corbucci.
Liberamente ispirato alla vita di Adriano Bennicelli, noto negli ambienti nobiliari romani del secolo XIX col poco gradito soprannome di Conte Tacchia, appunto, questa commedia corbucciana anni '80 vive grazie ai suoi interpreti, lo straordinario protagonista Enrico Montesano e le spalle d'eccezione Vittorio Gassman, Paolo Panelli e Ninetto Davoli. La storia è certamente gradevole sebbene un po' banalotta, riassumibile come la parabola del giovane ricco e sfaticato che desidera un titolo nobiliare più di ogni altra cosa ma che una volta ottenuto ciò che tanto bramava si rende conto che si stava meglio da plebeo. Non esattamente una cassa di champagne di originalità, insomma. Siamo d'altronde nel 1982 e Sergio Corbucci era ormai consumato maestro, dopo tre decadi sulla sedia da regista, nell'arte dell'assemblaggio di un cast, qualcosa per cui aveva peraltro mostrato buon occhio già dagli esordi. La sceneggiatura è qui firmata, oltre che dallo stesso Corbucci, da Luciano Vincenzoni, Sergio Donati e Massimo Franciosa, contiene degli spunti molto gustosi (l'estemporaneo duello col nobile francese, ad esempio) e altre trovate molto meno fortunate (si pensi alla vicenda relativa alla guerra di Libia) ma più in generale funziona soprattutto grazie ai fuoriclasse schierati in campo e lasciati liberi di agire. Musiche di Armando Trovajoli, inclusa la sigla sui titoli di coda cantata dallo stesso Montesano. Per la cronaca, 'tacchia' in dialetto romanesco significa 'zeppa'.
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