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Il buco

Regia di Jacques Becker vedi scheda film

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La recensione su Il buco

di omero sala
7 stelle

locandina

Il buco (1960): locandina

 

Il film è la terza e ultima opera di Jacques Becker, un regista francese che negli anni ’30 è stato assistente alla regia di Jean Renoir. 

Le due opere precedenti sono Casco d'oro (del 1952, con Simone Signoret) e Grisbì (del 1953 con il vecchio Jean Gabin e l’esordiente Lino Ventura): Grisbi è un noir che descrive con sensibile attenzione gli scontri fra bande rivali nei quartieri malfamati di Parigi, Casco d’oro ha una trama da gangster movie ma in realtà racconta il declino rassegnato verso la vecchiaia di vecchi malviventi a fine carriera, la incerta lealtà fra complici di una vita, la stanchezza, i mesti tradimenti, la malinconia di destini segnati e rassegnati.

Di Beker è necessario ricordare anche che durante l’occupazione nazista della Francia scontò un anno di carcere perché faceva parte del Comitato di liberazione del cinema francese.

Io credo che siano sicuramente queste due esperienze - l’anno passato in galera e il malinconico Grisbi - che ispirano fortemente il buco (che è del 1960, l’anno stesso della morte, a 54 anni, del regista).

 

La trama de Le trou si ispira ad un vero tentativo di fuga avvenuto nel 1947 nel carcere della Santé di Parigi quando cinque detenuti cercarono di evadere scavando una galleria (uno di quei cinque detenuti è fra gli attori di Le trou quello che interpretail leader degli carcerati).

I fatti narrati, ovviamente, non si prestano a grandi divagazioni o a intrecci funambolici: c’è il buco, c’è il rischio di essere scoperti, ci sono le dinamiche fra i cinque cospiratori e quelle fra i carcerati e le guardie. Null’altro.

Attorno a questa intelaiatura così esile il film si snoda lento ma tesissimo, minuzioso ma estenuante, essenziale ed accurato nel mostrare le complicate operazioni di scavo, ancor di più nel tratteggiare le complesse dinamiche fra i cinque carcerati “forzatamente” complici del progetto di evasione ma diversissimi fra loro per estrazione sociale, classe, carattere, esperienze, sensibilità.

Anche la cronaca dello scavo della galleria è meticolosissima: comincia addirittura con un piano sequenza che mostra la iniziale rimozione dell’assito in un angolo della cella e i primi colpi dati con mezzi di fortuna per intaccare il cemento; e prosegue poi - passo dopo passo - con la descrizione dettagliata di scassi, sbancamenti, tagli di inferriate, demolizioni, rimozione di materiale. 

Altri piani sequenza, sempre importanti perché densi di senso, li troviamo a scavi avviati, nelle scene in cui il carcerato di turno infilato nel buco colpisce i massicci muri della prigione, un colpo dietro l’altro, ed estrae, uno dopo l’altro, degli enormi massi che sono la metafora potente della fatica necessaria a ottenere la libertà.

 

La colonna sonora - scelta clamorosa - è totalmente assente: solo il silenzio può dare il necessario rilievo ai rumori sotterranei che devono essere camuffati o attutiti per evitare di essere scoperti.

Anche i dialoghi sono ridotti all’osso: lo vuole la condizione di cospirazione, la cautela, l’incertezza sull’affidabilità dei complici. Nell’assenza quasi totale di discorsi espliciti, prendono valore gli sguardi eloquenti, i cenni allusivi, i gesti d’intesa dei congiurati, indecisi fra la naturale diffidenza reciproca e la necessaria coesione.    

L’inevitabile unità di luogo contribuisce a creare una tensione che non concede tregua, ben resa da inquadrature strette che rendono l’atmosfera sempre più ossessiva.

 

Nel cast compaiono tre esordienti che diventeranno famosissimi negli anni successivi: Michel Constantin, Philippe Leroy e la quattordicenne Catherine Spaak, unico personaggio femminile che compare per una manciata di secondi.

 

Come si può non vedere in un film così una dolorosa metafora della società oppressiva (con tutte le sue complesse dinamiche), dell’amicizia fragile, dell’amore effimero, della della condizione umana precaria (e quindi un inno alla libertà, alla solidarietà, alla dignità)?

 

 

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