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The escapees

Regia di Jean Rollin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The escapees

di undying
7 stelle

Dopo La ragazza in amore, Rollin gira un dramma strappalacrime, intriso di sentimentalismo e di inquietante pessimismo. Ambientato sulla strada, tra umili ed emarginati, in un mondo dove la nobiltà dell'animo umano contrasta con l'iniqua promiscuità della vita.

 

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The escapees (1981): locandina

 

Michelle (Laurence Dubas), rinchiusa in un istituto di assistenza per l'infanzia, viene trattata come inferma di mente. Dopo l'ennesima, mortificante, umiliazione tenta la fuga, facendosi aiutare da Marie (Christiane Coppé), una disabile ospite della stessa struttura. Le due, abbandonate fin da piccole dai genitori, dopo un alterco iniziale stringono solidale amicizia. Senza mèta, prive di punti di riferimento e accoglienza, Michelle e Marie trovano riparo da un gruppo di artisti di strada ambulanti. La sistemazione è di breve durata, ovvero dura fin quando la compagnia viene arrestata dalle forze dell'ordine. Conoscono Sophie (Marianne Valiot), una borseggiatrice che sopravvive di espedienti ma che, grazie al fidanzato Pierrot (Patrick Perrot), un marinaio, ha in progetto di imbarcarsi per un viaggio clandestino che la porti lontano, nella speranza di trovare un luogo diverso in cui progettare un futuro migliore. Sophie coinvolge anche Michelle e Marie, desiderose di fuggire da quella triste realtà. In attesa di partire, le due ragazze vengono accolte da Madame Louise (Louise Dhour), titolare di una discoteca all'interno della quale conoscono due coppie che le coinvolgono in una morbosa relazione.

 

"La vita è un deserto. Tutto il resto è un miraggio." (Madame Louise)

 

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Agli inizi degli Anni '80, Jean Rollin tradendo le aspettative del suo pubblico (in attesa di un porno o di un horror), da spirito libero e non influenzato da speculazioni economiche, è orientato verso un tipo di cinema drammatico, dai risvolti decisamente tragici. La ragazza in amore è il primo film che anticipa questa nuova tendenza, cui fa seguito questo straziante apologo pessimista. Si affida, per i testi, a Jacques Ralf, autore che per l'occasione scrive dialoghi poetici, romantici e profondamente in tono con il crescendo drammatico della vicenda. Ingaggia due attrici delicate e sensuali, dai lineamenti tristi, con indovinata scelta di Christiane Coppé, abile pattinatrice su ghiaccio (nel film ne dà sorprendente dimostrazione). A Brigitte Lahaie (qui bellissima più che mai) riserva il ruolo di ambigua e perversa avventrice della discoteca. Nonostante le diverse intenzioni, il tema tipico di Rollin emerge in tutta la sua affascinante malinconia: ancora una volta, protagoniste sono due ragazze dall'incerta identità, costrette da un destino infausto a fuggire in cerca di un "altrove" irraggiungibile, che non esiste se non nella dimensione del sogno. Come certificato dal responso delle carte, fatte loro da Madame Louise. Come intuito da Sophie, terza ragazza priva di riferimenti sociali, ma che diventa fonte di speranza per le due sfortunate fuggitive.

 

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"Il loro destino le ha condotte in un porto. Una speranza... da qualche parte c'è un posto per loro." (Sophie)

 

Ed è proprio Sophie (interpretata dalla brava Marianne Valiot) a rappresentare simbolicamente quanto di sincero, umile e sentimentale sta nell'universo degli emarginati, dei confinati, disadattati in un mondo che -senza motivo- stabilisce i destini dei diversi. Opinatamente. È Sophie che assume il ruolo di Angelo custode per le due ingenue fuggiasche. 

 

Laurence Dubas, Christiane Coppé

The escapees (1981): Laurence Dubas, Christiane Coppé

 

"Andavo sempre a fare passeggiate con mio padre. Avevamo un grande giardino. Potevo giocare come mi piaceva. Nessuno mi ha mai disturbato. Il mio letto era coperto di bambole e animali di peluche. Il mio preferito era Bobu, un coccodrillo. Ho sempre dormito con lui." (Vaghi ricordi d'infanzia di Marie)

 

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Rollin si cala (e ci cala) in un mondo dove la strada diventa casa, dove il povero e il disperato diventano inaspettatamente padre, madre, sorella, fratello. Quelle dinamiche affettive che sono venute a mancare nella famiglia, quella posizione economica mancata nella società, sono proprio lì: in un tendone improvvisato da un gruppo di artisti allo sbaraglio; nell'accoglienza di una emarginata che vive di espedienti  (Madame Louise); nella simpatia di una ladra che, in fondo in fondo, è assai più onesta dell'intera nazione.

 

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"Questi libri sono pieni di leggende: balene bianche, convocate dal chiaro di luna; mucchi di conchiglie, splendenti sotto le onde; marinai in abiti colorati; isole con tesori sepolti, che non sono su nessuna mappa." (Marie descrive all'amica i testi trovati in camera di Madame Louise)

 

Rollin si muove in un ambiente fatto di promiscuità, di incertezze, di dubbi, di paure per un futuro che sembra essere negato, riposto vanamente in un porto, in una nave pronta a salpare per condurre... dove esattamente? Altrove, non importa dove. Lontano. Come avverte, con inquietante precisione, la dolce Sophie: "Ho la sensazione che questo viaggio mi porterà lontano. Oltre quello che immaginavo. So che non tornerò mai più. È tempo, per me, di dire addio."

Les paumées du petit matin fa davvero venire la pelle d'oca, perchè invece di vampiri o zombi, mette sullo schermo l'essere umano, quello abbandonato, emarginato, rinnegato, confinato all'anonimato. Costretto a (soprav)vivere di espedienti, senza più ricordo del passato e senza alcuna speranza nel futuro.

 

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"La notte scorsa, sulla via di casa, ho cercato nel cielo, era buio pesto. La stella polare non brillava... ero così spaventata. Non lo dimenticherò mai": sono le profetiche parole di Sophie, che raggelano il sangue quando poi, ricordandole, la vediamo scendere dalla nave alla disperata ricerca di Marie e Michelle, non presenti all'ora della partenza.

All'alba del primo mattino (les paumées du petit matin, appunto) quella nave, fonte di speranze, ripostiglio di aspirazioni, partirà senza di loro, in un viaggio triste, con il suo carico di sogni infranti. Un carico destinato a naufragare in acque impietose. Impietose e complici di un destino crudele.

 

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"Penso che questo sia il mio ultimo proiettile. Non ci andremo alle Isole Sottovento. Ma possiamo ancora fuggire insieme. Velocemente prima che entrino... spareremo allo stesso tempo." (Michelle)

 

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"I sentieri del destino sono lunghi e tortuosi. Si biforcano, si ramificano, a volte si ricongiungono. Si dice che nemmeno il destino sappia con certezza dove porti ogni sentiero, dove conduca ogni svolta e ogni curva. Si dice che alcuni suoi sentieri portino oltre l’universo, oltre la morte, fin dove c’è Dio, ma nessuno può sapere." (Fabrizio Caramagna)

 

 

F.P. 18/08/2019 - Versione visionata: Bluray Redemption (lingua francese - durata 106'51")

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