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Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta

Regia di Steve Della Casa vedi scheda film

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La recensione su Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta

di undying
7 stelle

Sentito omaggio al cinema horror e gotico italiano Anni '60, caratterizzato anche dagli interventi di Dario Argento e Pupi Avati.

 

locandina

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): locandina

 

Il cinema horror italiano ufficialmente nasce nel 1957 quando Riccardo Freda, giocando d'anticipo, precede Terence Fisher: Dracula da noi verrà distribuito solo nel 1959. Freda ebbe l'intuito di precorrerne l'uscita con una pellicola intitolata I vampiri, solo in parte horror a causa dei dubbi instillati dai produttori che imposero anche una linea più classica (di indagine e poliziesca). La genesi de I vampiri ha del romanzesco: il regista, mentre discute con alcuni produttori, si dice pronto a girare un film in soli 12 giorni. Il celebre distributore Lombardo mise alla prova quanto detto da Freda: Pietro Regnoli stilò velocemente una sceneggiatura e così, nel breve lasso di tempo, venne realizzato il film. Al box office I vampiri ebbe tiepida accoglienza, in particolare il pubblico lamentava il fatto che si trattava di un horror... diretto e interpretato da attori italiani, tra i quali Gianna Maria Canale, moglie dello stesso regista che solo qualche anno più tardi fu costretta a ritirarsi dalle scene a causa di un grave incidente che le sfigurò il volto. Dal successivo lavoro (Caltiki - Il mostro immortale, 1959), quindi, il cineasta pensa di utilizzare nomi anglicizzati (cast tecnico compreso) lanciando la moda degli pseudonimi in stile americano/inglese ed utilizzando, per la prima volta, l'alias Robert Hampton. Partendo da questa pietra angolare del gotico italiano, Steve Della Casa realizza un interessante documentario, ricorrendo agli interventi di Dario Argento, Pupi Avati e alcuni critici francesi. Non è un caso che venga sentita la voce di recensori d'oltralpe essendo stati i primi a riconoscere l'importanza di cineasti del cinema horror e fantastico italiano quali, oltre al citato Freda, Mario Bava, Antonio Margheriti e Massimo Pupillo (Lucio Fulci è qui stranamente escluso, pur avendo realizzato Beatrice Cenci e Una sull'altra nel 1969). Utilizzando molte sequenze di L'orribile segreto del dottor Hichcock, La maschera del demonio, Sei donne per l'assassino, 5 tombe per un medium -ma anche La morte ha fatto l'uovo (di Giulio Questi) o L'uccello dalle piume di cristallo e Phenomena di Argento- Della Casa rende omaggio ad una stagione cinematografica italiana che ha influenzato registi di tutto il mondo per l'originalità delle storie, la capacità di realizzare effetti speciali con pochissimi mezzi (spesso opera del talentuoso Mario Bava) e uno stile visivo inconfondibile. Boia, maschere e segreti: l'horror italiano degli anni Sessanta svela anche curiosità imperdibili per gli appassionati del filone: dal contributo dato da Bava al film Bordella (come "effettista" nei panni dell'uomo invisibile, capace di risolvere con estrema semplicità l'effetto speciale richiesto da Avati), alla doppia versione de Il boia scarlatto (una girata con scene di nudo per il mercato francese). Senza rinunciare al divertente insert di Tognazzi e Gassman al cinema, mentre assistono alla proiezione de La maschera del demonio (ne I motorizzati). Meno sconosciuta, ma sempre impressionante, la rivelazione di Mario Bava sul metodo utilizzato per fare invecchiare la contessa Contessa DuGrand (I vampiri) utilizzando faretti rossi e blu, in grado di valorizzare, su pellicola in B/N, le rughe appositamente disegnate con tonalità blu sul volto dell'attrice.

 

Barbara Steele

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): Barbara Steele

 

Dario Argento dixit 
In occasione di una maratona notturna dedicata al gotico italiano, Dario Argento ha presentato quattro titoli (tre di Bava ed uno di Freda), in questa maniera: 
"Mario Bava nacque a San Remo, ed era figlio di Eugenio Bava: uno dei pionieri della fotografia cinematografica e dei trucchi. Nonostante tutto Mario Bava non voleva fare il cinema, forse in contrapposizione con il padre, bensì voleva fare il pittore. Lo ha fatto per un certo periodo, poi non riuscendo a guadagnare abbastanza è diventato direttore della fotografia: il mestiere del padre. Come direttore della fotografia lo è stato per registi importanti: Freda, Francisi... film horror o mitologici. Poi ha iniziato a dirigere film. Ne ha fatti moltissimi. Bava aveva uno strano modo di raccontare perché non era un regista horror tradizionale. Era un regista capace di ironia ed umorismo... era molto simpatico, in certi momenti anche buffo. Poi era anche maestro dei trucchi e degli effetti: per me, ad esempio, ha curato tutti gli effetti speciali del film Inferno. Erano trucchi artigianali, non esisteva la CGI, pertanto utilizzava cristalli, proiezioni... lui fece tutti i trucchi di Inferno, e suo figlio era l'aiuto regista. E' stato molto bello lavorare con lui
Operazione Paura 
Un medico condotto di un paese si trova in una situazione misteriosa a causa dell'inspiagbile morte di diverse persone. E' film molto bello, ma anche cupo. 
La ragazza che sapeva troppo 
Un tipico giallo italiano, a cui ci siamo ispirati in tanti. Anch'io peraltro... Tim Burton quando, recentemente, venne a Roma ha detto che uno dei suoi maestri ispiratori era Mario Bava. 
Una giovane ragazza inglese, appassionata lettrice di gialli, arriva a Roma per trascorrere una vacanza. Alloggia vicino alla scalinata di Trinità dei Monti. Durante la notte, l'anziana signora che la ospita muore. Inizia così la storia del film. 
I vampiri 
In realtà diretto da Riccardo Freda, Bava ne cura trucchi e fotografia. Il film è ambientato a Parigi, ma è stato girato tutto a Roma. Con specchi e cristalli Bava lo trasporta idealmente a Parigi. Una ragazza viene recuperata nella Senna. L'autopsia rivela che la giovane è morta prima di finire in acqua. La storia è molto bella e tipica per Freda. 
La venere d'Illé 
Film girato per la televisione nel 1978, protagonista Daria Nicolodi, mia compagna per molti anni e protagonista di alcuni miei film. L'ultimo film diretto da Mario Bava, con la collaborazione del figlio Lamberto, è ambientato nella provincia francese, dove avviene il recupero di una statua di Venere, statua che ha una vita propria." 
(Fonte: 100 pallottole d'Argento 01/02/2013)

 

scena

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): scena

 

Parola di Paul Muller 
"I vampiri non l'ho mai rivisto. E' fatto molto bene, è fotografato in una maniera straordinaria. Gli operatori di oggi non potrebbero più fare queste fotografie in bianco e nero. Gli horror non mi piacciono tanto. Ne ho fatti diversi con un regista spagnolo, con Jesus Franco, era piacevole lavorare con lui. La cosa era sempre la stessa, telefonava: "Sei libero? Ti aspetto a Madrid." Poi a Madrid cominciavano le sue telefonate, perché doveva trovare chi gli dava i soldi per continuare... ed era sempre tra Madrid, Barcellona, Parigi e Berlino. Si sapeva dove si arrivava ma non si sapeva mai dove si finiva. Jess era una persona molto colta, molto piacevole, era sempre un piacere lavorare con lui. L'unica mania che aveva era di fare scene, cosiddette pornografiche, tra donne: allora quando succedeva questo io dicevo: "Beh, me ne ritorno in albergo." Soledad era una vera zingara e non gli piacevano le cose che faceva. Le faceva perché voleva fare carriera. Era una persona molto, molto gentile, e molto bella." 
(Fonte: Stracult light / 3 agosto 2009)

 

Barbara Steele

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): Barbara Steele

 

Parola di Barbara Steele 
"(La maschera del demonio) è il primo film che ho fatto in Italia. Mario Bava aveva visto le mie foto e mi ha chiesto di fare questo film, senza che io l'avessi incontrato prima. Sono arrivata così a Roma, una vergine, e ho fatto Black Sunday. Mario Bava era molto intelligente: e questo era il suo primo film. Era un uomo visuale, aveva un grande occhio, una sensibilità visuale profonda. Era molto privato, un pò triste, civile: non aveva molti contatti con l'attore. Questo è un film che, in un certo senso, è come un tattoo per la vita: un'attrice è rovinata perché in tutto il mondo la vedono come "la donna dell'orrore, spaventosa, mostruosa"..." 
(Fonte: Stracult light / 3 agosto 2009)

 

scena

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): scena

 

Voci in 5 tombe per un medium 

Interessante l'uso di un "dittafono", sul quale sono incisi deliranti monologhi del professor Hauff. Scene simili per concetto, ma solo susseguenti al lavoro di Pupillo, si ritrovano in un'altra serie di curiosi horror/thriller italiani quali Giornata nera per l'ArieteLa casa dalle finestre che ridonoQuella villa accanto al cimitero e persino in un classico come La casa
Appunti segreti del medium, archiviati mediante dettatura su dittafono: 
"Hieronymus Hauff.
Risultati delle ricerche del 20 ottobre. 
Anche oggi ho preso contatto con loro. 
Ho saputo. 
La peste li decimava. 
Il tanfo dei cadaveri ammorbava l’aria. 
Continuamente i carri dei monatti portavano i cadaveri alle fosse comuni. 
I sopravvissuti, attaccati disperatamente alla vita, erano ossessionati al cigolio di quei carri. 
Il cigolio sinistro, penetrante … 
Ormai non c’era più speranza. 
Gli untori avevano inquinato le acque. 
Gli immondi untori venivano puniti con il taglio di una mano e poi impiccati. 
Li seppellirono qui, nel giardino. 
L’acqua.. l’acqua … 
Tutta l’acqua era inquinata! 
Occorreva dell’acqua, dell’acqua pura!

 

Barbara Steele

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): Barbara Steele

 

Curiosità su I tre volti della paura 

La voce che tormenta Rosy (Michèle Mercier), via telefono, è in realtà prestata, in doppiaggio, da Elio Pandolfi. Stando a quel che ricordano Luigi Cozzi e Lamberto Bava, Pandolfi ripropose simile taglio inquietante di voce, in analogo ruolo di minaccia via apparecchio telefonico, ne L'uccello dalle piume di cristallo
(Fonte: audiocommento al film di Cozzi e Lamberto Bava - DVD Sinister film)

 

scena

Boia, maschere e segreti: L'horror italiano degli anni Sessanta (2019): scena

 

F.P. 08/09/2019 - Versione visionata della durata di 76'13"

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