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Compagni di scuola

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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La recensione su Compagni di scuola

di Antisistema
8 stelle

NETFLIX.

Compagni di Scuola di Carlo Verdone (1988), segna il punto più alto del regista-attore romano, prendendo spunto dal grande Freddo di Lawrence Kasdan (1983), girando uno degli ultimi film rilevanti della commedia all’italiana, mescolando insieme risate, gag fulminee, risate acide immergendo lo spettatore nella malinconia di fondo che permea nei toni narrativi, la rimpatriata 15 anni dopo la fine del liceo, del gruppo di ex-compagni di classe.
A Verdone non vuole imbastire né un discorso generazionale, nè un'analisi sull’evoluzione dell'Italia nel corso del tempo seguendo la scia di C’eravamo Tanto Amati di Ettore Scola (1974), quanto piuttosto costruire una narrazione corale (ben 19 personaggi), ambientandola all’interno del microcosmo della lussuosa residenza dell’organizzatrice della rimpatriata Federica Polidori (Nancy Brilli), il cui trucco agli occhi nella scena di apertura, tenta di fossilizzare l’immagine nel passato in un presente eterno, senza però proiettarne la figura in uno specchio.
Oggetto stranamente assente, ma non può che essere altrimenti, in quanto implicherebbe vedere cosa si è davvero, senza però essere in grado di reggere lo sguardo, poiché anche la gigantografia della foto di fine anno di liceo, genera sensazioni, emozioni e ricordi, che si vorrebbero sopiti nelle profondità della mente di questi ultra-trentenni, consumati dalla vita, sfioriti dall’età ma soprattutto logorati per la maggior parte da ambizioni irrealizzate.
Il regista si destreggia con un grande cast, ritraendo volgari cafoni arricchiti (Angelo Bernabucci), sottosegretari infami e potenti (Massimo Ghini), psichiatre in grado di analizzare gli altri ma non sé stesse (Athina Cenci - vincitrice del David come migliore attrice non protagonista), cantanti falliti pieni di sé oberati dai debiti (Christian De Sica), secchioni logorroici (Luigi Petrucci), madri negate (Carmela Vincenti), ex-coiniugi (Eleonora Giorgi e Piero Natoli) e professori di lettere oppressi e snervati (Carlo Verdone).
Il tempo ha reso tutti molto più acidi, spietati e negativi. Battute tipiche dell’età dei 18 anni nei confronti del soggetto della classe, ovvero il Fabris di turno (Fabio Traversa), pronunciate con ripetizione all’età di 35-36 anni, diventano cattiverie gratuite di un’umanità, che a prescindere dal proprio grado di cultura sente la necessità di reiterare, anche da adulta, la propria logica di branco contro il più debole, spacciando l’offesa ad altrui spese per scherzo innocente.
Si ride spietatamente dell’altro, ma non con l’altro, in quanto il gruppo richiede un soggetto su cui sfogare il peggio di sé, per non essere costretti a fare i conti con la propria miseria umana. Fabris non può che lasciare la villa, mentre Fulvio e Paglia, ex-compagni citati di sfuggita nei dialoghi, neanche si sono presentati, in quanto forse ne hanno subite troppe negli infernali anni del liceo, per dover affrontare tale schifo 15 anni dopo.

 

Carlo Verdone, Maurizio Ferrini, Christian De Sica, Nancy Brilli

Compagni di scuola (1988): Carlo Verdone, Maurizio Ferrini, Christian De Sica, Nancy Brilli


Gli anni più belli sono quelli dell’adolescenza e del liceo. Questa frase cliché, ripetuta come una formula vuota, generalizza in nostalgia un passato in realtà per nulla bello.
Gli ex compagni di scuola, divenuti adulti, in realtà non sono mai troppo cambiati nella mentalità e nel comportamento. Il sottosegretario Valenzani (Massimo Ghini) era uno stronzo ed è rimasto tale, così come l’eterno immaturo Luca Guglielmini (Pietro Natoli), lo continua ad essere a 35 anni, continuando ad andare in moto.
Il discorso di Verdone non è rivolto al passato, né vuole fare un raffronto tra ieri ed oggi, in quanto è fortemente ancorato al tempo presente.
La goliardia spensierata perde ogni allegra leggerezza per farsi cattiva, se non cattivo gusto politicamente scorretto nella burla del finto disabile Santolamazza (Alessandro Benvenuti), destinata a finire in tragedia.
Una rimpatriata all’insegna del divertimento e delle risate, tira fuori nelle 12 ore del suo svolgimento, un bilancio di vita per lo più insoddisfacente, ma al contempo anche l’occasione per cercare di voltare definitivamente pagina, dopo aver toccato il fondo.
La prima repubblica nella metastasi incarnata dal craxismo democristiano, si avvia alla morte di lì a pochi anni, ma porta i germi intrinsechi di un paese inoltrato, arrivista, ipocrita e capace solo di parlarsi addosso, senza mai ascoltare il dolore dell’altro, mettendo l'io ed il sé stessi, prima di tutto il resto, acosto pure di umiliarsi nell’elemosinare favori e soldi, gattonando con un piattino in bocca.

Bruno Ciandulli, più del burino Walter e dello sgradevole sottosegretario Valenzani, rappresenta la commedia verdoniana, che unisce comicità e dramma, nella sua raffigurazione tutto apparire ed essere, nelle fattezze fisiche di un Christian De Sica chiomato e sopra le righe, ma azzeccato nella sua recitazione eccessiva, senza mai essere farsesca o sciattamente cabarettistica, come accadrà nei film successivi.
Ciandulli è il simbolo di un’Italia trash, dove l’immagine conta più della dignità personale, preannunciando la svolta del paese negli anni 90’ sotto l’egemonia del berlusconismo, di cui De Sica nel successo dei numerosi cinepanettoni, ne sarà l’alfiere principale, gettando alle ortiche ogni interesse nel coltivare i suoi punti di forza.           
Dei liceo restano solo le foto segnate dal tempo degli almanacchi scolastici.
Il presente è fatto di problemi personali, lavorativi, economici e familiari da cui in parte ci si è distratti per una notte di amicizia - soddisfacendo più il proprio interesse, che gli altri in realtà -, ma la festa del Sabato, annuncia una Domenica incerta di decisioni importanti da prendere, come se si fosse alla fine del liceo
Quale strada percorrere innanzi ai rottami della propria vita? Meglio rifletterci con calma e profonda malinconia, in assoluta libertà fumandosi una sigaretta, ma rivolgendo sempre il pensiero a quanto tempo ci vorrà per sistemare i cocci.   
 

Eleonora Giorgi, Carlo Verdone, Athina Cenci, Christian De Sica, Nancy Brilli, Natasha Hovey, Massimo Ghini

Compagni di scuola (1988): Eleonora Giorgi, Carlo Verdone, Athina Cenci, Christian De Sica, Nancy Brilli, Natasha Hovey, Massimo Ghini

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