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Die Stadt ohne Juden

Regia di H.K. Breslauer vedi scheda film

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La recensione su Die Stadt ohne Juden

di Baliverna
8 stelle

Come nasce l'antisemitismo? Attenti, perché da chiacchiere oziose di ubriachi in birreria possono nascere drammi e tragedie.

[La città senza ebrei] Tratta dall'omonimo romanzo di Hugo Bettauer, è una pellicola dal sicuro valore storico, oltre che artistico, ed è interessante anche perché si tratta di un film muto austriaco... Fu girato quando i nazionalsocialisti, benché ancora lontani dal potere, stavano diffondendo l'antisemitismo nella vicina Germania (o Repubblica di Weimar), e gli animi si stavano surriscaldando. La trama del film, però, dimostra che nessuno si aspettava che le vicende storiche prendessero una piaga così tragica e mostruosa. Nel film, infatti, gli ebrei vengono semplicemente cacciati dallo Stato (l'immaginario ma non nuovo Utopia). Utopia – va precisato - ricorda la Germania fin troppo da vicino per svariati elementi; insomma, è un'opera che intendeva mettere in guardia la gente dalla brutta piega che le cose stavano prendendo. L'antisemitismo viene presentato come la valvola di sfogo di coloro che volevano assolutamente un capro espiatorio per la crisi economica e tutti i problemi sociali; esso non consiste in argomentazioni e spiegazioni di questi problemi, ma è un grossolano teorema di uomini rozzi e stupidi che sentenziano col boccale di birra in mano, desiderosi di odiare qualcuno quale che sia (Non cominciò lo stesso Hitler dai tavoli delle birrerie?).

Artisticamente, la pellicola è ben recitata e girata, sicché non mi è mai risultata noiosa. Il regista rivela anche una notevole padronanza tecnica. Nonostante l'argomento drammatico, egli conferisce a certi snodi (soprattutto della vicenda sentimentale) accenti di commedia, che però non stonano. E' quasi comica, invece, la sequenza del parlamentare amante della bottiglia che si perde la seduta cruciale, perché ubriaco.

Il film venne immediatamente boicottato per ovvi motivi, e presto sparì dalla circolazione. Ne rimase conservato solo un frammento nell'archivio del cinema austriaco, finché nel 2015 è stato ritrovato per caso in forma integrale ad un mercatino delle pulci di Parigi, e quindi restaurato. Concludo riportando la didascalia postuma che segue la pellicola: “Il 10 marzo 1925 Hugo Bettauer, autore del romanzo “La città senza ebrei”, fu ferito a colpi di pistola dal nazionalsocialista Otto Rothstock, e morì dopo pochi giorni a causa delle ferite riportate. Siccome Rothstock fu giudicato completamente pazzo, benché riconosciuto colpevole del delitto all'unanimità, venne assolto e ricoverato in una casa di cura. Il 28 maggio 1927, per decisione del tribunale, poté lasciare il ricovero senza subire altri provvedimenti”. Segno dei tempi, non c'è che dire.

 

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