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Vivere due volte

Regia di María Ripoll vedi scheda film

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La recensione su Vivere due volte

di Furetto60
7 stelle

Film bello, intenso ed emozionante. La regista tratta "il morbo di Alzheimer" con garbo, delicatezza, ironia e misura.

Il prestigioso professore di matematica all’università, anche se ormai in pensione e vedovo da diversi anni Emilio, è un uomo molto abitudinario: mangia sempre nello stesso bar, percorre ogni giorno le stesse strade, occupa sempre il suo tempo libero risolvendo quiz aritmetici. Il professore un giorno però va in crisi, non riesce a ricordare la strada, che percorre per tornare a casa, ha dei piccoli black-out mentali, e comincia a percepire i primi segni di deterioramento delle sue capacità intellettive, alla fine si fa visitare da una specialista, che dopo il questionario di rito e una bella PET, gli consegna la più temuta delle diagnosi: il morbo di Alzheimer. Sembra una beffa, il cervello, che gli ha consentito di compiere una brillante carriera non funziona più a dovere. Emilio esce dalla clinica sconvolto ed è qui che fa un incontro che darà un’ulteriore svolta alla sua vita. Il nostro protagonista incontra sua figlia Julia, una informatrice farmaceutica che, oramai, non vede da anni, lo invita a pranzo a casa sua. Qui, Emilio conosce suo marito, e la sua piccola bambina Blanca. Julia, appreso della sua devastante malattia, pretende che si trasferisca a casa sua. Tuttavia Emilio malgrado affetto da questa drammatica patologia, non ha dimenticato, il volto e l’incontro con Margarita, giovane ragazza attraente, che lo aveva fatto innamorare a prima vista, quando da studente su un molo scriveva i suoi indecifrabili appunti algebrici, che lo portarono ai suoi trionfi accademici, ma lontano da lei. Così decide di mettersi alla ricerca di quella persona speciale che il suo cuore con, e forse senza, malattia non ha mai smesso di cercare e per farlo attraversa mezza Spagna, Valencia-Navarra-Valencia, accompagnato dalla figlia Julia,che nel frattempo si deve occupare di un matrimonio in crisi, ma è volitiva e possiede una volontà di ferro ed un’affezione profonda e conflittuale verso il padre, la nipotina Blanca giovanissima adolescente sveglia e sensibile, che giostra la sua disabilità motoria con la stessa agilità con cui maneggia un cellulare ed il compagno Felipe, motivatore di professione, fallito di fatto, fedifrago maldestro. Road-movie insolito e ricco di situazioni a volte drammatiche altre volte esilaranti. Presto si trasforma in un proficuo confronto, attraverso cui il rapporto padre e figlia si rinforza, Julia prende coraggio e liquida il marito cialtrone e la nipotina riscopre l’amore verso il nonno e soprattutto Emilio ritrova quella persona che aveva perso di vista una vita fa e che malgrado affetta dalla sua stessa malattia, mostra di ricordarlo. Il tema proposto dal film non è nuovo nel cinema, basti pensare a “Still Alice” che consenti a Julian Moore di vincere un meritato oscar. “Una sconfinata giovinezza” di Avati e “Una separazione” di Fharad, tanto per fare qualche esempio, Tuttavia, l’approccio con cui la regista Ripoll in questo film, tratta la malattia è intrigante e inedito: un pretesto per far esplodere e scandagliare il nucleo familiare con le sue controverse dinamiche, la demenza di Emilio è paravento dietro cui si incontrano, si scontrano e si risolvono i conflitti emotivi tra, padre e figlia, moglie e marito, nipote e nonno, figlia e madre: Seppur la trama parta e si sviluppi sostanzialmente in modo classico, appoggiandosi su un piacevole ed ironico buonumore, la commedia non splafona  nel melodramma, non tracima nel già visto ,ed è in qualche modo anche imprevedibile: i personaggi seguono percorsi insoliti e le sottotrame non si concludono in modo scontato, la storia si articola con elastica sensibilità seguendo un viaggio non rettilineo verso la seconda vita di cui si accenna nel titolo, Cambiano in diverso modo molte esistenze del film mentre si intrecciano. La prova attoriale di Oscar Martinez è superba, la sceneggiatura è brillante, Il film è bello ed emozionante

 

 

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