La recensione su Sick Sick Sick

di alan smithee

5 stelle

FESTIVAL DI CANNES 72 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS Una giovane e timida liceale tutta casa e studio, Silvia, rimane folgorata dal fascino che un nuovo compagno di classe di nome Artur, esercita su di lei non appena questi enta a far parte della sua classe, dopo essere stato espulso per l'ennesima volta da un precedente istituto. Artur è atletico, sportivo, ed eccelle in ogni disciplina ginnica.

Ma è affetto da una grave malattia: l'emofilia, che tuttavia cura con una particolare procedura. I due si innamorano e vivono un intenso, breve amore, in quanto prematuramente interrotto da un incidente di cui rimane vittima il ragazzo, dopo aver deciso di non curarsi più. Per Silvia inizierà un periodo da incubo, fatto di alkucinazioni incontrollate, e strani avvenimenti con cui la giovane cercherà in tutti i modi per riprovare a ricongiungersi con il suo amato. Sospeso tra incubo e malattia, il percorso di Silvia si traduce ancora una volta in una drammatica elaborazione di un lutto inaccettabile.

L' esordio nel lungometraggio della regista brasiliana Alice Furtado centra stilisticamente l'obiettivo di rappresentare il disincanto di un approccio sessuale emotivamente devastante; ma si perde clamorosamente per strada quando si tratta di tirare le somme per tracciare le tappe di un dolore per una separazione che risulta intollerabile. Tra esoterismi e flussi plasmatici, la pellicola si contorce su se stessa fino a risultare difficilmente assimilabile nel suo controverso affrontare stadi introspettivi così intimi e privati che risultano davvero insostenibili. Ma la regia funziona, lo stile pure, per cui contiamo di rivedere presto la Furtado, magari forte di un soggetto meno controverso che le permetta di esprimersi con lo stesso stile di regia, già qui evidente e di gran carattere

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