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Lillian

Regia di Andreas Horvath vedi scheda film

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La recensione su Lillian

di alan smithee
8 stelle

locandina

Lillian (2019): locandina

CINEMA OLTRECONFINE/FESTIVAL DI CANNES 2019-QUINZAINE DES RÉALISATEURS 

Lillian è una giovane immigrata russa che ha tentato di fare soldi nel mondo della pornografia, sfruttando i bei tratti ad essa conferiti da una Madre Natura in quel caso generosa. Ora, con il permesso di soggiorno scaduto, senza più un soldo, cacciata dalle varie case di produzione per via dei documenti non in regola, la giovane di convince ad intraprendere un viaggio solitario ed indipendente che la riporti a casa.... a piedi, lungo un tragitto ben diverso dalle tradizionali rotte mercantili o turistiche. Ecco che allora Lillian si trasforma nel dettaglio splendidamente scandito di un viaggio ostinato e solitario, e dal taglio a volte documentaristico, incentrato su una ventenne indipendente, caparbia e stoica che decide di tornare nella natia Russia da New York a piedi, senza un dollaro, col suo zainetto di fortuna pieno di cianfrusaglie raccattate lungo la strada, ma senza mai abbassarsi a chiedere aiuto, attraversando l'America rurale e quella poco nota dei nativi, poi l'Alaska fino a tentare di oltrepassare lo Stretto di Bering, lottando contro le avversità di un clima sempre più ostile. Un percorso che Lillian intraprende con stoica ostinazione, determinata a compiere un'impresa che rifugge interventi esterni e che, negli effetti esteriori di questa epopea quasi senza un dialogo, si trasferisce, nelle emozioni e nell'urgenza, sullo spettatore attonito anche a causa di un paesaggio dalla purezza così imponente e severa da incutere soggezione.

Patrycja Planik

Lillian (2019): Patrycja Planik

Patrycja Planik

Lillian (2019): Patrycja Planik

È l'America profonda, quella dei grandi spazi, dei popoli nativi segregati ma non domi, degli orizzonti mozzafiato che rimangono indelebili nella mente del viandante anche senza mai la necessità di fare notizia attraverso i media. Produce l'austriaco Ulrich Seidl, e tutto quadra: poche concessioni, sparuti gesti umanitari che spesso provengono più da una organizzazione impersonale ed asettica, piuttosto che grazie all'iniziativa di singole anime (se si eccettua il poliziotto umano e dispensatore di un caldo giaccone appropriato alla situazione). È l'America della gente che non si conosce, ma semplicemente si incrocia di sfuggita, se non, più trahicamente, quella della gente che sparisce senza lasciar traccia, se non generici annunci su manifesti, o delke donne che rimangono vittime di anonimi stupratori impuniti.

Patrycja Planik

Lillian (2019): Patrycja Planik

Patrycja Planik

Lillian (2019): Patrycja Planik

Passato inspiegabilmente praticamente inosservato (per quanto personalmente in mia conoscenza) a Cannes (ove pure io lo persi in quella occasione), Lillian, opera intensa e lacerante del bravo cineasta austriaco Andreas Horvath, si presenta come un film duro, pura epopea di un viaggio senza eroismi né esaltazioni, né tantomeno strizzate sentimentalistiche, ma, proprio grazie a ciò, emozionante, trascinante, inquietante per la scelta coraggiosa di non intercedere mai a favore di una protagonista che resta spigolosa, diffidente e caparbia come un automa inderogabilmente programmato verso la sua meta.

locandina

Lillian (2019): locandina

Pare di trovarsi a metà strada tra il gioiello cinematografico dell'isolamento e della esplorazione ad opera del miglior Sharuns Bartas, ovvero quel magnetico e misterioso Lontano da Dio e dagli uomini, e l'America poco nota degli spazi infiniti e delle nevrosi irrisolte di qualche film in stile documentaristico di Jon Jost ("Alla deriva", in particolare).

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