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Muriel, il tempo di un ritorno

Regia di Alain Resnais vedi scheda film

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La recensione su Muriel, il tempo di un ritorno

di mm40
6 stelle

Terzo lungometraggio a firma Resnais: l'autore, fra i principali esponenti della Nouvelle vague, affina le sue tecniche, paradossalmente, involvendosi. Perchè la struttura narrativa di questo Muriel è senza dubbio più compiuta e precisa di quelle dei precedenti Hiroshima e Marienbad; e se le velleità autoriali del regista, per l'appunto, si riducono e ripiegano su sè stesse, comunque il risultato non può dirsi assolutamente negativo. Le idee, pure in questa impostazione cinematografica (per luci, inquadrature, dialoghi e montaggio) nettamente più tradizionale del solito, non mancano a Resnais: ecco così che assistiamo ad un bizzarro incrocio fra ossessioni; imprevedibile, inesorabile come il destino, come la vita, come l'amore e la morte, temi centrali - guarda caso, poco di nuovo insomma - dell'opera intera. L'ossessione dell'antica passione di Helene è causata dalla sua attuale solitudine; il ritorno di un ex fidanzato è la molla che fa scattare il meccanismo della nostalgia, il cui veicolo è la memoria; e la memoria è esattamente allo stesso modo il tormentoso mezzo che riporta Bernard all'ossessione di Muriel: cioè la morte, proprio ora che a lui manca, essenzialmente e per antitesi, la propria vita. Inoltre la realtà del presente nega ad entrambi i personaggi, madre e figliastro, la gioia di riabbracciare il proprio passato: per il ragazzo l'incubo di Muriel è ben lontano dal dissolversi, per la donna l'ex fidanzato è solo un amico, tanto più che con sè ha portato la sua attuale amante. Se da questo punto di vista il film pare piuttosto abbordabile, non ci si illuda: Resnais sa come fare impazzire (incuriosire?) il pubblico e colma i dialoghi di parole su parole, battute talvolta superflue che puntellano un'azione già di per sè scarsa e che per di più procede a rilento - come d'altronde si muove la memoria esplorando il passato; si arriva così ad una durata complessiva che sfiora le due ore, ovverosia probabilmente eccessiva. Sceneggiatura di Jean Cayrol. 6/10.

Sulla trama

Madre e figliastro adulto vivono assieme; quando la donna riceve la visita di un ex fidanzato le si riaccende l'antica passione, ma per lui ciò che rimane della relazione sono solo bei ricordi. Gli stessi ricordi sono il tormento, invece, del figliastro, ossessionato dalla memoria di Muriel, una ragazza morta sotto i suoi occhi durante la guerra d'Algeria.

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