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Le cose che non ti ho detto

Regia di William Nicholson vedi scheda film

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La recensione su Le cose che non ti ho detto

di Furetto60
6 stelle

Fine di un amore e di un matrimonio. Niente di nuovo, ma il racconto è garbato e ha una sua forza espressiva

Nella splendida cittadina costiera di Seaford, nel sud dell'Inghilterra,vivono Edward e Grace, sposati da quasi trent'anni. Hanno un figlio ormai adulto Jamie, che vive da solo a Londra e si vede di rado. Grace è una fervente cattolica, con l’hobby della poesia, Edward è un docente di storia. Nell'incipit è alle prese con una lezione sulle guerre napoleoniche, quando le mire espansionistiche del condottiero francese si schiantarono contro il clima gelido della Russia. Per sopravvivere al gelo i soldati, nello strenuo tentativo di scampare alla morte per assideramento, depredavano degli abiti i corpi dei loro commilitoni, già morti o moribondi per coprirsi,il quesito che pone Edward ai suoi discenti è semplice: voi cosa avreste fatto al posto loro?La campanella suona prima che arrivino risposte, ma è chiaro l’intento del regista, capiremo dopo la raffinata metafora. E'quanto sta accadendo al matrimonio di Grace e Edwurd, una disgregazione che porterà allaWaterloo del loro amore, macabra allegoria per definire un altro tipo di abbandono. Il corpo lasciato nella neve è come un rapporto d’amore privato della linfa vitale dei sentimenti e condannato pertanto a una morte certa, agli altri non resta che salvarsi, proseguendo il cammino. E’ proprio la scelta di Edward,una mattina a colazione, dopo aver convocato il figlio,l'uomo “tout court”, comunica alla moglie che il loro matrimonio è finito, e che da un anno ha una nuova compagna, la sua fredda compostezza britannica è il baluardo contro cui si infrangono tutti i tentativi di sua moglie Grace, di provare disperatamente a resuscitare un afflato. Grace non è preparata all’evento, non se lo aspetta per lei è il classico fulmine a ciel sereno, cui non sa come replicare, mentre Jamie si trova preso in mezzo tra i due genitori. Grace è un’appassionata di poesia e trova conforto nei versi, ai dialoghi si alternano rime dei suoi autori preferiti come William Butler Yates,la frase più citata è di una poesia di  Rossetti: “Sono già stato qui“. narra come tutte le nostre esperienze e ciò che proviamo sia già stato vissuto da qualcun altro. Sullo sfondo ci sono le bianche scogliere inglesi. Alla bellezza della natura si contrappongono le luci soffuse di una villetta dove tre decenni sono stati cancellativ da un perentorio gesto, in un attimo. Il regista e anche scrittore William Nicholson si trova molto a suo agio nel raccontare una storia, basata su una sua vicenda autobiografica. Il regista non inventa nulla, non c’è niente di nuovo, ne capitano a migliaia di storie cosi e ognuno può riconoscersi e identificarsi in ciascuno dei protagonisti o anche in tutti e due, a seconda delle esperienze che ha avuto.Tuttavia anche se la storia è comune, il film possiede un suo garbo e una sua forza espressiva, grazie anche ad un’interpretazione misurata ed equilibrata di entrambi i personaggi, il paesaggio e l’ambientazione, sono una splendida cornice per questi eventi e ne amplificano l’effetto angosciante.

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