Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Dopo "Gioventù Bruciata" arrivano i "banditi bruciati", ugualmente senza causa come il "Without a Cause" del titolo originale del film con James Dean, con la storia, vera a detta di loro, di Jesse James. Là c'era il ribelle per eccellenza, James Dean, qui un attore bellino e dal fisico giusto per la parte, che porta nome Robert Wagner. Quel Robert Wagner adottato poi dal cinema e dalla tv italiana. Il film è datato 1957 ed è diretto da Nicholas Ray, quindi non ci si può fermare ad un primo giudizio che additerebbe la pellicola di troppa retorica e di un certo colore "domestico", ma bisogna andare oltre e ritrovare così in Jesse James l'ennesimo antieroe rayiano che aggrappato ai sogni e alle illusioni di un'età dell'oro per lui mai esistita continua sulla strada dell'autodisruzione, forse consapevole, forse no, di non risolvere questo impasse sociale. Tant'è che il film, lontano da quell'epica che celebra il lirismo della frontiera e dei suoi personaggi, ha degli aspetti sociali tipici di Ray. Le sue analisi delle meccaniche di aggregazione intorno ad una figura forte, prima salutata come leggendaria poi tradita alle spalle, non risparmiano nessuno. Nemmeno il di lui fratello non viene risparmiato, apparendo sul finale codardo e accomadante tanto quanto quel Robert Ford passato alla storia per demerito. Certo non si può dire sia all'altezza del film di King con Tyron Power ed Henry Fonda, però l'azione quando c'è è ben fatta, seppur legata all'epoca.
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