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Red Snake

Regia di Caroline Fourest vedi scheda film

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La recensione su Red Snake

di nibacco
7 stelle

Un commando di Jihadisti irrompe in un piccolo villaggio iracheno uccidendo gli uomini discredenti e portando via donne e bambini. Le prime per essere vendute come schiave, i secondi per indottrinarli e farne dei “martiri di Allah”.

Tra queste donne c’è Zara che dopo aver assistito impotente all’uccisione del padre ed essere stata separata dalla madre e dal fratellino, viene “comprata” da uno dei capi dei combattenti dell’Isis. Dopo qualche tempo, la giovane donna riesce a fuggire e si salva grazie all’intervento delle guerrigliere della Brigata Internazionale.

 

Per Zara è l’occasione buona e si arruola in quella brigata decisa a combattere gli oppressori e allo stesso tempo a cercare vendetta. L’addestramento è duro. Nonostante culture diverse, c’è all’interno del gruppo una forte coesione e una determinazione tale che riesce ad assestare duri colpi e a incutere paura al nemico.

 

Un giorno, durante una delle solite azioni, le guerrigliere si trovano davanti un bambino imbottito di esplosivo pronto a farsi saltare in aria. Quel bambino è il fratellino di Zara…

 

Al suo primo lungometraggio, la regista francese Caroline Fourest, per tanti anni giornalista e conoscitrice del dramma degli Yazidi (una comunità all’interno dell’etnia curda), gira questo film dedicandolo a tutte le vittime del fanatismo islamico. In particolare si ispira alla triste vicenda della 30enne Nadia Murad impegnata nella lotta contro la schiavitù sessuale e i diritti della sua gente, ricevendo il premio Nobel Per la Pace nel 2018.

 

Il titolo del film “Red Snake” che in originale è “Soeurs d’Armes” richiama il nome di battaglia della protagonista e della Brigata, formata da donne guerriere ben addestrate, volontarie provenienti da tutte le parti del mondo che combattono a fianco della milizia curda.

 

Il film ha suscitato critiche e polemiche soprattutto in Francia, tuttavia si loda il coraggio della regista che con questa pellicola intende mantenere vivo il dramma di un popolo perseguitato a causa della sua diversità religiosa da quella dello Stato Islamico e che ha pagato e continua a pagare un prezzo altissimo in sofferenze e vite umane nell’indifferenza, spesso, dell’opinione pubblica.

Brave le protagoniste che si calano perfettamente nei personaggi.

 

 

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