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Canzone proibita

Regia di Flavio Calzavara vedi scheda film

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champagne1

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Canzone proibita

di champagne1
4 stelle

Storia sentimentale sullo sfondo della guerra e del dopoguerra, in cui si sfruttano inoltre le doti canore di Claudio Villa. Uno sguardo all’Italia moralista degli anni ’50 descritta col linguaggio del melodramma popolare.

Paolo e Roberto amano la stessa donna, Bianca, la maestrina, che ha una predilezione per il primo. Ma la guerra incombe e i due giovani ne vengono travolti; alla fine Roberto torna a casa ferito in un ospedale militare, mentre Paolo viene considerato disperso. Roberto rivede Bianca nella veste di crocerossina e, dopo l’arrivo della notizia della presunta morte di Paolo, i due si sposano e danno alla luce  una bambina. Intanto, dopo l’esibizione casuale del suo talento canoro in ospedale davanti ad un impresario, Roberto a guerra conclusa comincia una carriera da cantante professionista e in breve inizia una vita da artista, più ricca ed agiata, ma anche piena di impegni professionali e viaggi continui.

In questo contesto si viene a sapere che in realtà non solo Paolo non è morto, ma addirittura in grado di  ritornare in Italia. Subito egli vuole rivedere Bianca  e riprendere la precedente storia sentimentale, ma ella – pur profondamente turbata - oppone un rifiuto giustificato dal fatto di essere ormai legata a Roberto da un sacramento indissolubile. La situazione successiva è fatta di complicazioni ed equivoci, anche alla luce di un affetto che si instaura fra Paolo e la bambina della coppia, mentre Bianca spesso rivede lo stesso Paolo, temendone atti estremi, che Roberto scambia per occulti tradimenti.

Grazie alla intermediazione del parroco del paese, alla fine Paolo comprende che le sue mire sono blasfeme e lo porterebbero al di fuori della dottrina cattolica a cui lui vorrebbe rispondere. Infine anche Roberto comprende che è necessario essere più vicino alla famiglia e si fa rivedere in occasione della Prima Comunione della figlioletta, cerimonia celebrata proprio da Paolo, che nel frattempo ha preso i voti da sacerdote. Tutto sistemato, tutti felici e tutti contenti.

 

 

Il film è uno degli ultimi appartenenti al filone di quel genere “sentimentale” o di “melodramma” (qualcuno lo chiamerebbe “strappalacrime”) che sin dagli anni ’40 aveva ottenuto grande successo di pubblico, pur non soddisfacendo quasi mai i pareri della critica.

Si tratta di un filone che nel dopoguerra – dopo l’epopea romantico-eroica del periodo fascista – presenta spesso storie caratterizzate dalla presenza di protagonisti della piccola borghesia e dalle ambientazioni più realistiche, in un contesto culturale ancora molto legato alla Italia contadina e ancora lontano dall’epoca del boom industriale ed economico. In queste storie si celebra una generalizzata esaltazione dei valori familiari e un rigido rispetto dei precetti della morale cattolica, mentre i ruoli di genere appaiono disposti strettamente all’interno dei binari consueti degli attributi uomo/donna tipici della coppia. Le trame sono costruite attorno a giovani coppie unite dall'amore ma divise dai ceti sociali di appartenenza, oppure a situazioni di sofferenza, inganni, tradimenti  e rinunce che i personaggi (soprattutto le donne) subiscono. Quasi mai arrivano finali trasgressivi e l’happy end è obbligatorio al’interno non solo del politicamente corretto (per i tempi), ma anche del moralisticamente corretto.

 

Sarà solo nella seconda metà degli anni ’50 che i protagonisti delle classi più popolari cederanno il passo a personaggi provenienti dalla borghesia o addirittura benestanti, con volti di ragazze che si spostano in direzione di un maggiore dinamismo e disinvoltura, come Ragazze d’oggi (Luigi Zampa, 1955) e Guendalina (Alberto Lattuada, 1957). Ma bisognerà attendere il boom economico perché il cinema italiano cominci a evidenziare l’improvvisa dissoluzione dei valori tradizionali, in primo luogo della famiglia, giungendo a rappresentare l’adulterio come un aspetto della “normalità”, mentre sarà soprattutto la donna a sobbarcarsi il ruolo del “serpente tentatore”, per amore del mito della ricchezza o per il semplice gusto di corrompere.

Ma qui il discorso rischia di allargarsi troppo e spero di poterlo riprendere in un’altra occasione.

 

NB: in Canzone Proibita recita l'attrice Fiorella Mari; qualcuno, come me, ci ha visto una incredibile somiglianza con Cristiana Capotondi?

 

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