Regia di Robert Dornhelm vedi scheda film
Nel 1978 un giornalista si reca da Marina Oswald, vedova di quel Lee Oswald ritenuto l'omicida del presidente John F. Kennedy, per intervistarla per un suo libro in preparazione. La donna rievoca il suo incontro con il marito in Russia, le nozze dove lui dapprima la trattava con dolcezza per poi rivelarsi violento ed isterico una volta trasferitisi negli Stati Uniti. Il film scorre tra continui avanti e indietro temporali con una Marina (incarnata da Helena Bonham Carter, bellissima sia con il caschetto degli anni '70 che con i capelli lunghi e raccolti, tipici delle ragazze del periodo di inizio anni '60) continuamente angosciata dalle (spesso immaginarie!) domande delle figliolette, dalla ricerca ossessiva della verità e da come l'avrebbe considerata l'opinione pubblica essendo la coniuge dell'assassino di uno dei presidenti più amati. Emergono le simpatie comuniste di Lee (che si fa fotografare vestito da Fidel Castro!) e un grottesco alternarsi tra commedia (scadendo anche nel ridicolo), romanticismo e analisi storica. Ambigua la scena in carcere dove i detenuti che di solito maltrattano i pedofili riservano lo stesso trattamento al ragazzo ("Non ti vogliamo tra di noi Lee Oswald! Sei un comunista! Ci fai schifo!"...Sic!!!). Un lavoro sincero ma con qualche difetto e parecchi momenti affascinanti. Lee Oswald è interpretato da Frank Whaley, nel suo periodo artistico di massimo successo (adesso chi se lo ricorda?). Molto bravi comunque tutti gli interpreti!!!
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