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My Dear Prime Minister

Regia di Rakeysh Omprakash Mehra vedi scheda film

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La recensione su My Dear Prime Minister

di alan smithee
4 stelle

13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE

Vivere oggi nelle baraccopoli che cingono la metropoli di Mumbai: Sargam è un bimbo sveglio di otto anni che vive in una delle tante case di fortuna che disegnano il dettaglio di uno dei tanti quartieri disagiati di una delle più grandi città dell'India. Una vita costruita con l'arte di arrangiarsi, che consente ai bambini di trovare ogni scusa per divertirsi e trasformare le difficoltà del vivere quotidiano in un gioco. Ma nel ghetto mancano completamente i bagni, e quello pubblico, posto al fondo della valle ove risiede il quartiere popolare, diventa teatro, specie nelle ore notturne, di episodi di violenza sessuale ai danni delle donne che vi accorrono per espletare i propri bisogni fisiologici.

scena

My Dear Prime Minister (2018): scena

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My Dear Prime Minister (2018): scena

Quando la bella madre di Sargam subisce pure lei violenza, l'idea apparentemente provocatoria ed azzardata, se non maliziosa, di un funzionario statale di far scrivere una lettera dal ragazzo al Primo Ministro, susciterà scalpori mai preventivati, riuscendo in qualche modo, dopo vicissitudini di ogni tipo, a far procurare al quartiere il primo sospirato bagno collettivo in pieno centro cittadino, comodo a tutta la popolazione dell'affollato quartiere.

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My Dear Prime Minister (2018): scena

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My Dear Prime Minister (2018): scena

Come spesso capita ai film indiani, colori e umorismo, allegria sin ostentata, musica e danze, costituiscono un corredo irrinunciabile, che serve più che altro a stemperare i termini di drammaticità di fondo di cui si prende carico la pellicola, indirizzandosi ad una fascia di pubblico più numerosa e di minori esigenze narrative ed urgenze di denuncia.

Ne scaturisce un filmino sdolcinato, che punta sui bei visi smaliziati e puliti dei protagonisti, e a tratti piuttosto fastidioso nell'ingenuità di fondo che ostenta senza remora alcuna, anzi compiacendosi di poter far colloquiare tematiche di impegno socio-civico, con il solito manierismo sentimentale della più svenevole e colorata tradizione cinematografica locale.

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