Regia di Tràn Anh Hùng vedi scheda film
Credo che un film come questo sia l'epitome del film minimalista.Un'opera trasparente come cristallo e come cristallo fragile.Un quadro minuzioso di piccoli avvenimenti che tutti insieme compongono il succedersi delle giornate impaginate secondo un rituale costante.E'un film vietnamita ricostruito cmpletamente in studio(in Francia),un film camera e cucina che quasi sembra non muoversi ma fluire lentamente così come fluiscono lentamente le sensazioni dei vari personaggi che lo compongono.La piccola domestica trova la famiglia che forse non ha mai avuto e la padrona trova una figlia che aveva perso tragicamete qualche tempo prima a causa di una malattia.E'un inno alla lentezza a partire dal cibo e dai rituali ad esso connessi.E alla fine si rivela per quello che è:una tenera favola,un romanzo di crescita e di formazione che viene scritto quasi involontariamente.Nella seconda parte vediamo la bambina protagonista,domestica da quando era piccola, diventata una bellissima ventenne e che entra quasi senza volerlo in competizione con quella che è la promessa sposa del padrone,un concentrato di stridula antipatia.La fine di questa storia è la più prevedibile e col retrogusto dolciastro che lascia sembra troppo programmaticamente studiata e troppo linearmente ottenuta perdendo tutta quella finezza psicologica che aveva affascinato nella prima parte.Comunque sia un esordio premiato con la Camera d'or a Cannes,ancora oggi meritevole di attenzione:è un film che non è invecchiato e che mantiene ancora intatta la sua levigata bellezza....
la sua macchina da presa sembra immobile
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