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Happy New Year, Colin Burstead.

Regia di Ben Wheatley vedi scheda film

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La recensione su Happy New Year, Colin Burstead.

di supadany
5 stelle

Torino Film Festival 36 - Festa mobile.
Riunire un nutrito numero di persone nello stesso luogo, crea inevitabilmente delle turbolenze. Anche quando l'intenzione è delle più innocenti e intende semplicemente creare un clima festoso, andare d'amore e d'accordo all'unisono è un'utopia su cui conviene non fare troppo affidamento: una semplice scintilla ha il potere di innescare una reazione allargabile a dismisura.
Questo moto fuori controllo porta a conseguenze ancora maggior, e non mitigabili, quando scatta ai blocchi di partenza di un nucleo familiare ampio e dissestato, che porta appresso dissidi di vecchia data e prospetta un orizzonte con nuovi conti da pagare.
Per festeggiare in grande stile il capodanno, Colin (Neil Maskell) ha affittato una residenza nobiliare e invitato larga parte dei suoi parenti, compreso l'anziano Bertie (Charles Dance), che per l'occasione ha intenzione di fare un annuncio cui tiene particolarmente.
Sfortunatamente, si presentano anche soggetti indesiderati, come David (Sam Riley) e la sua nuova fiamma (Alexandra Maria Lara), scatenando il putiferio.
Il clima di festa lascerà velocemente il passo a furiosi litigi, soltanto intervallati da alcol e musica.

 

Neil Maskell

Happy New Year, Colin Burstead. (2018): Neil Maskell


Scritto e diretto da Ben Wheatley, Happy new year, Colin Burstead. è una commedia british al vetriolo, racchiusa in un unico luogo e sviluppata nell'arco di poche ore, due condizioni stringenti che agevolano lo scatenarsi dei peggiori istinti da parte dei tanti protagonisti (e non).
Un apparato corale da tutti contro tutti, con attriti e diverbi che portano automaticamente i personaggi a formulare pensieri maligni o negativi, un consolidato jeu de massacre, che le riprese, nervose e sempre piazzate al centro dei conciliaboli, incrementano.
Al contrario, per quanto non difetti in stilettate, lo script è scaltro nell'appropriarsi dei panni del burattinaio, assai meno nel riversare una puntuale qualità nei dialoghi, che scorrono su talmente tante traiettorie - continuando ad alternarle con una frequenza vorticosa - da produrre più fumo che arrosto.
Contemporaneamente, il cast non abbonda di nomi di grido internazionalmente riconosciuti, ma gli interpreti si spalleggiano mostrando un animo mordace. Tra gli altri, vale la pena menzionare un tragico Charles Dance, Neil Maskell a gestire il traffico, Hayley Squires (già protagonista di Io, Daniel Blake) in cattedra e la bellezza sprigionata da Alexandra Maria Lara (invece, Sam Riley rimane un mezzo mistero, tanto più vista la centralità della sua parte).
Insomma, Ben Wheatley continua una carriera imprevedibile, fatta di alti (Kill list, I disertori - A field in England) e bassi (High rise - La rivolta), in casi come il presente conviventi all'interno dello stesso film, con tanto movimento, un possesso palla da guinness dei primati, per poi finalizzare poco o niente.
Esagitato, tanto rumore per (quasi) nulla.

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