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La casa 3 - Ghosthouse

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su La casa 3 - Ghosthouse

di mm40
2 stelle

Un radioamatore esperto di computers (sic) si introduce con alcuni amici in una villa da tempo abbandonata, convinto che strani lamenti captati in un'audiocassetta provengano da quel luogo. Ben presto i ragazzi cominciano a rimetterci le penne uno a uno; la polizia li avverte troppo tardi: in quella villa, 20 anni prima, c'era stata una cruenta e inspiegabile strage.

 

1981: Sam Raimi dirige La casa; 1987: dirige anche La casa 2, meno smaccatamente horror e più virato alla commedia. Intanto in Italia, come era usanza ai tempi, qualcuno osserva i successi a basso costo del cinema americano e li scimmiotta: addirittura qui Umberto Lenzi - con una sceneggiatura firmata dalla sconosciuta Cinthia McGavin, forse un nome fittizio - si appropria anche del titolo della mini-saga di Raimi e realizza un 'apocrifo' La casa 3, sottotitolo Ghosthouse, che non ha nulla da spartire a livello logico con i due film statunitensi, ma che chiaramente ne ricalca le atmosfere e l'ambientazione. Presumibilmente nessuno negli Usa si era premurato di depositare il titolo La casa, tanto che dopo Lenzi furono almeno altri 2 i registi 'di genere' nostrani a cimentarsi con successivi capitoli della serie: Fabrizio Laurenti nel 1989 e Claudio Fragasso nel 1990. Ghosthouse a conti fatti altro non è se non la solita produzioncina all'italiana che sfrutta location americane e un cast di terz'ordine del luogo per correre più velocemente quantomeno sul circuito del noleggio, cosa che effettivamente in questo caso a Lenzi è riuscita; la pellicola in sè rimane però carente da pressochè ogni punto di vista, a partire - in maniera fortissima - da quello della tenuta narrativa. Lara Wendel, Donald O'Brien, Greg Scott, Mary Sellers sono fra i nomi principali in scena; nessuno sembra convinto dell'operazione più di tanto ed è probabile che la trama fatta di prevedibili ammazzamenti sanguinosi e colpi di scena ampiamente telefonati non abbia catturato l'interesse neppure di chi stava sul set. A onore del regista, mestierante nobile del nostro cinema, va riconosciuta una confezione con poche sbavature: ma la paura e la tensione stanno ben alla larga da questo film. 2,5/10.

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