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Un giorno all'improvviso

Regia di Ciro D'Emilio vedi scheda film

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La recensione su Un giorno all'improvviso

di Furetto60
7 stelle

Ottimo esordio di Ciro D'Emilio.Eccellente la prova attoriale di Anna Foglietta

Mai titolo fu più appropriato,” un giorno all’improvviso” è il nome della canzoncina tormentone, inventata dai tifosi del Napoli, mutuandola da un vecchio pezzo famoso dei Righeira e trasformandola, con le simpatiche e creative, manipolazioni del testo, in un inno d’amore per la squadra e la città. Anche questo film omaggia il coraggio di un ragazzo, cresciuto all’ombra del Vesuvio. Antonio è un diciasettenne estremamente positivo, rimasto senza il padre, che li ha abbandonati molti anni addietro, è stato costretto a crescere prima del tempo, si dedica e si occupa, con tenerezza e senso di responsabilità, della problematica madre Miriam, persona emotivamente instabile, che coniuga slanci affettivi, con momenti di pericolosa irascibilità, spesso va fuori controllo, sperpera sciaguratamente i pochi soldi che il figlio riesce a guadagnare, giocando alle slot-machine, fuma smodatamente e non solo sigarette, litiga con tutti e spesso perde il contatto con la realtà. Tuttavia, il figlio se ne prende cura incondizionatamente e amorevolmente, con tutte le sue energie. In sostanza la situazione familiare è capovolta, Antonio è il capofamiglia saggio e laborioso, fa il benzinaio, il contadino e poi gioca a calcio, la sua grande passione, mentre la madre si caccia continuamente nei guai, come fosse un adolescente inquieta. I servizi sociali potrebbero e vorrebbero toglierle la patria podestà, ma Antonio si prodiga per proteggerla, anche mentendo all’assistente sociale, pur di far apparire la sua famiglia normale e non separarsi da Miriam, mette da parte, anche un piccolo sentimento, che sta sbocciando per una compagna di scuola, spiazzandola le dice:” non posso prendermi cura di te”. Sul campo da calcio, Antonio può coltivare la speranza di un futuro migliore: il talent scout Michele Astarita intravede in lui una promessa e vorrebbe inserirlo nella Primavera del Parma Calcio. Per il ragazzo è un’occasione unica, di strappare Miriam all’inesorabile deriva di un quartiere, dove allignano miseria e degrado e soprattutto di allontanarla dal padre Carlo, che lei imperterrito continua a stalkerare, compiendo azioni stupide e plateali, vagheggiando un  suo, di fatto, impossibile rientro in famiglia. Antonio, non vuole prendere atto della gravissima situazione psicologica della madre: rifiutando la realtà, se la vedrà precipitare addosso, tragicamente “un giorno all’improvviso”.
 Opera prima di Ciro D’Emilio, il lungometraggio presentato a Venezia 75 è un film intenso e doloroso, che grazie anche ad una eccellente prova attoriale, racconta il tema della malattia mentale, senza dimenticare il contesto in cui la storia si svolge, nell’hinterland partenopeo la vita è dura e spesso si rischia di sbandare e prendere scorciatoie pericolose, pur di andare avanti. Il regista ha il merito di contenere e snellire la scrittura, rendendola asciutta e priva di inutili orpelli, mettendo in scena il racconto più che credibile, di un microcosmo familiare e sociale,  rispettando i personaggi e non scadendo in un eccesso di drammatizzazione. Oltre all’eccellente Anna Foglietta, si vedono all'opera e si apprezzano, una schiera di giovani interpreti, tutti fedelmente aderenti ai loro ruoli. Ottimo come sempre, il caratterista Fabio De Caro, che interpreta sempre ruoli da cattivo. Buona la prima, dell’esordiente D’Emilio.

 

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