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Lontano lontano

Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film

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La recensione su Lontano lontano

di Gangs 87
7 stelle

Attilio, un rigattiere naif legato al passato, Giorgietto che vive in miseria e sbarca il lunario con difficoltà e il Professore che prima insegnava latino è ora intrappolato nella noia della pensione, decidono di dare una svolta alla loro vita trasferendosi all’estero dove la loro misera pensione gli consentirebbe una vita da nababbi ma le cose non sono semplici come credono.

 

Gianni Di Gregorio torna a fare cinema, a modo suo. Partendo ancora una volta dalla sua amata (?) Roma dopo aver raccontato le vicende familiari di un uomo oltre la mezza età, si concentra stavolta sulle problematiche, esplicite o meno, legate all’età pensionistica e a coloro che ne hanno accesso. Ne fa così una diagnosi, non solo economica ma anche psicologica in cui a farne le spese solo le istituzioni italiane e i loro complessi sistemi di gestione.

 

Interessante la messa in scena di Di Gregorio che si basa su una sceneggiatura ben articolata che racconta le giornate, dislocate nell’arco di una settimana, dei pensionati che si accingono a cambiare le loro vite dividendo il racconto in due fasi separate: la fase ascendente in cui i tre amici raccolgono risparmi, salutano i loro cari e progettano una vita migliore, con tutti i timori e gli intoppi che ne conseguono e la fasce discendente, quella che inizia quando l’entusiasmo finisce portandosi dietro tutte le convinzioni, seppur flebili, che lo alimentavano.

 

Questa inversione di marcia che volge poi in una fase di assestamento, un ritorno alla normalità che ci riporta laddove avevamo iniziato, il modo naturale in cui essa avviene è la dimostrazione del buon cinema che Di Gregorio è in grado di generare da una situazione apparentemente banale che volge poi in una serie di situazioni altrettanto normali e prevedibili ma capaci di intrattenere lo spettatore, senza mai annoiarlo, per tutta la durata in cui i fatti si svolgono.

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