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Tigers Are Not Afraid

Regia di Issa López vedi scheda film

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La recensione su Tigers Are Not Afraid

di alan smithee
6 stelle

TOHORROR FILM FEST 2018

La grande metropoli (Città del Messico) risulta sempre più vincolata dal gioco dei cartelli della droga che spadroneggiano laddove una polizia inerme fa finta di non vedere; restano interi quartieri abbandonati, resi spettrali da un abbandono forzato dopo che molta della popolazione, uomini, donne e pure bambini, è rimasta vittima di regolamenti di conti, o addirittura sparita nel nulla improvvisamente.

Il mondo dell'infanzia vive e sopravvive anche nonostante la brutalità che regna tutto attorno, circondandosi di sogni, simboli fiabeschi, e mondi paralleli ove il sogno riesce a dominare anche il più grigio ed imperturbabile degli orizzonti.

Estrella è una bimba immersa in questo mondo di violenza e prevaricazione: la scomparsa della madre la lascia in balia dei vicoli semi distrutti che circondano la propria casa nel quartiere fatiscente in cui è incastrata.

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Tigers Are Not Afraid (2017): scena

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Tigers Are Not Afraid (2017): scena

Affamata, sola, straziata dalla solitudine e dall'ansia per la sorte della genitrice, la piccola si unisce ad una banda di coetanei che subito mal accettano la presenza di una femmina nei loro ranghi.

Superata la prova per accedere a quel "club privilegiato", creduta una assassina a comando, Estrella riuscirà a scoprire la verità senza consolazione che la riguarda, percorrendo una via tutta rischi e trabocchetti in cui la vita in gioco non risparmia cruenza nemmeno nell'età dell'innocenza.

Sospeso tra la favola nera tutta visioni a metà strada tra il fantasmagorico e il noir, tra gessetti magici e strisce di sangue che percorrono vie accidentate, Tigers are not afraid non rinuncia a momenti horror, scegliendo anzi questo stile e genere per rappresentare i momenti più politici e di denuncia della pellicola, e per questo meritandosi una menzione per il coraggio e l'originalità con cui la regista esordiente, Issa Lòpez - per questa sua opera subito lodata e circondata di ammirazione dal conterraneo ed ormai influentissimo Guillermo Del Toro - ha saputo affrontare una materia così drammatica e scottante, senza rinunciare a puntare sul lato umano e sui dettagli propri di un'età in cui è normale rifugiarsi entro una dimensione fantastica che faccia da cuscinetto ammortizzatore tra la tragedia terrena, e un utopico paradiso sempre più distante o irraggiungibile.

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Tigers Are Not Afraid (2017): scena

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Tigers Are Not Afraid (2017): scena

E' bello e fa inorgoglire quando l'horror - e capita ahimè assai di rado - utilizza i suoi stili, il suo incedere, persino i suoi cliché più comuni, per affrontare argomenti che non sono, per una volta, fine a se stessi, ma rispecchiano tematiche e drammatici spunti di squilibrio o devasto sociale che spesso solo il genere alto del film di denuncia si riserva di affrontare e fare suo.

Ci sono riusciti in passato solo pochi registi (da Romero, con la saga di un popolo temuto ma pure discriminato come quello degli zombies, a Craven, col capolavoro voo-doo Il serpente e l'arcobaleno, ed il pur valido affresco social-horror "People under the stairs"), e la Lòpez con questo suo profondo e complesso esordio ci si inserisce di diritto in questa cerchia, facendosi perdonare altresì certe ostentazioni di carineria da vedute e soluzioni paradisiache, con tigri maestose e campi ubertosi che invadono il film nel finale solo apparentemente aperto alla speranza.

 

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