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San Michele aveva un gallo

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su San Michele aveva un gallo

di alan smithee
7 stelle

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IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA

Nel 1870 un anarchico di origini borghesi, Giulio Manieri, divenuto gelataio per scelta e vocazione, guida un gruppo di compagni rivoltosi verso una insurrezione contro le istituzioni, colpevoli di comportamenti vessatori nei confronti della classe contadina esposta alle mille incognite e condizionamenti climatici, e poi strozzata dalle imposizioni del governo. 

L'azione si conclude con un sostanziale fallimento, due morti, e una condanna a morte del manieri, che tuttavia viene graziato sul punto della fucilazione, e la sua pena commutata in ergastolo, con i primi dieci anni di totale isolamento. 

In seguito viene condotto presso un nuovo carcere posto su un isolotto nel delta padano, e l'uomo, avendo finalmente l'occasione di confrontarsi con altri anarchici più giovani ed aggiornati di lui, scopre, suo malgrado, che l'isolamento lo ha reso inadeguato e poco aggiornato sull'evoluzione del movimento di protesta popolare, trasformando le sue teorie un tempo foriere di ammirazione e condivisione, in utopie superate da un progresso economico sociale dal quale egli è stato isolato ed estromesso. 

Sfiduciato e demoralizzato, sceglierà di farla finita lasciandosi annegare.

Dal romanzo Il divino e l'umano di Tolstoj, i Taviani estrapolano il cuore della vicenda trasportandolo nel nostro Risorgimento, e danno vita ad un film appassionato ed incalzante, pur nella desolante e contagiosa solitudine di una prigionia in grado di destabilizzare anche l'animo dello spettatore. 
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Un apologo riuscito ed impetuoso sull'antitesi inevitabile che viene a crearsi tra un tipo di socialismo di fatto utopistico tipico di una forma di anarchia quasi filosofica, e quello scientifico di stampo marxista, più legato alle reali problematiche e disuguaglianze sociali. 

Ottima prova di Giulio Brogi, leonino e fiero così come arrendevole e demoralizzato quando la consapevolezza della propria inadeguatezza da isolamento lo prende fino a trascinarlo nel baratro senza ritorno. 

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