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Ted Bundy - Fascino criminale

Regia di Joe Berlinger vedi scheda film

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La recensione su Ted Bundy - Fascino criminale

di maghella
7 stelle

 

Il nome di Ted Bundy fa parte di quel triste elenco di serial killer resi famosi per i loro efferati delitti nei confronti di donne e bambini. Ed Gein, Ted Bundy, Albert Salvo (lo strangolatore di Boston) sono tra quelli che oltre le pagine dei giornali e le aule dei tribunali, hanno influenzato moltissimo la produzione di film di genere, ispirati proprio alle loro vicende. Il processo a Ted Bundy, cominciato nel 1978, è stato il primo ad essere trasmesso in tv, dando il via ad una serie di trasmissioni a sfondo legale-processuale di grande successo, e rendendo il serial killer un vero e proprio personaggio dello spettacolo. Questo incipit è necessario per introdurre l'ultimo film su Ted Bundy, assassino che ha operato nell'arco di quasi10 anni, dalla fine degli anni '60 fino al 1978 al momento della sua cattura in Florida avvenuta durante una sua evasione, nella quale Bundy compì una vera e propria mattanza all'interno di una confraternita universitaria, uccidendo in maniera violentissima 2 ragazze e picchiandone altre 3. Per questi ultimi delitti Bundy fu condannato a morte, avvenuta per scossa elettrica il 24 gennaio del 1989. A suo carico (e per sua stessa confessione) vi sono almeno 30 omicidi di giovani donne, ma altri delitti sono rimasti irrisolti e imputabili alle gesta di Bundy.

“Ted Bundy – Fascino criminale”, parte dalla fine delle vicende criminose di Bundy. Oramai a poche ore dalla sedia elettrica, Ted riesce a incontrare Liz, la sua fidanzata al momento degli omicidi. Si torna così al momento della loro conoscenza avvenuta nel 1969 all'interno di un bar. Ted è un giovane studente universitario di giurisprudenza, Liz è una giovanissima ragazza madre che si mantiene facendo la cameriera. Tra i due è colpo di fulmine, passano la prima notte insieme, dormendo vestiti, abbracciati nel letto con accanto la piccola bambina di Liz. Liz e Ted cominciano la loro storia d'amore, lui è premuroso, innamorato, affettuoso con la figlia di Liz, la coppia fa progetti matrimoniali che prevedono una casa, altri figli e un cane. Ted fa avanti indietro da uno stato all'altro con il suo maggiolone giallo, per poter vedere la fidanzata e stare con lei tutte le occasioni possibili. Peccato che tra una cenetta e un compleanno ci sono nel mezzo delitti e omicidi senza precedenti. Spariscono tra lo stato dell'Utha e il Colorado molte donne, che vengono ritrovate morte con i corpi orribilmente mutilati. Il serial Killer opera in maniera sicura e incurante dei testimoni che lo possono vedere. Inizia a circolare un identikit molto chiaro sulle sembianze dell'assassino e sulla macchina che viene vista in suo possesso: un maggiolone giallo (o beige). Ted viene catturato casualmente proprio perché non si ferma ad uno stop, viene imprigionato nello stato dell'Utha e successivamente estradato in Colorado. Prove e testimonianze portano inequivocabilmente a lui, ma Ted si dichiara sempre innocente, vittima delle circostanze. Se in un primo momento Liz è convinta della sua innocenza, piano piano cominciano a crescere in lei molti dubbi a riguardo. Troppe le coincidenze, troppe le dichiarazioni e gli indizi a carico del suo fidanzato, che a sua discolpa porta solo improbabili complotti da parte della polizia.

Liz entra in seria crisi quando Ted evade una prima volta per pochi giorni peggiorando la sua situazione giudiziaria, decide così di non andarlo più a trovare e di non rispondere alle sue telefonate dal carcere. Dopo gli omicidi in Florida, avvenuti proprio durante una seconda evasione, Liz comprende chi ha avuto accanto per molti anni: chi ha amato? A chi ha affidato la sua vita e quella di sua figlia? Ha rischiato mai di essere uccisa anche lei come le altre donne?

Il senso di colpa di Liz nasce da lontano, dai tempi in cui venivano pubblicati i primi identikit sui giornali. La ragazza aveva riconosciuto in quei tratti quelli di Ted, e aveva denunciato di nascosto il fidanzato, sperando di sbagliarsi, convincendosi che non poteva essere lui l'assassino maniacale, ma facendo comunque il suo nome. Facendolo così inserire in una lista di sospettati, ha dato il via alla vicenda processuale di Ted Bundy. Per molti anni Liz ha pensato di aver causato al suo innamorato una profonda ingiustizia, credendolo innocente, continuando a stargli accanto, cercava di esorcizzare le sue paure più profonde. Se Ted fosse stato un assassino, lei era stata accanto per anni ad un mostro, se fosse risultato innocente, era stata la causa della sua rovina. Dopo molti anni, grazie all'intervento di un investigatore che le mostra fotografie e prove inequivocabili, Liz capisce che Ted è l'assassino che tutti dicono che sia, e prende le dovute le distanze, fino al momento della esecuzione, quando chiede a Ted la prova della sua colpevolezza con una confessione sincera.

Un film che si sforza, riuscendoci, a dare una prospettiva nuova su vicende di cronaca molto conosciute. Ted Bundy è il serial killer che ha destabilizzato almeno 3 stati con i suoi delitti: giovane, di razza bianca, bello, educato, uno studente dai modi affabili, senza nessun problema a conoscere le ragazze con scuse banali, diventava un assassino senza pietà, sfogando i suoi istinti animaleschi sulle sue vittime sacrificali, per poi tornare ad essere il fidanzato ideale che tutte vorrebbero avere. Questo fascino incomprensibile traspare molto anche durante il processo trasmesso in tv, per il quale Ted riceve moltissime lettere d'amore da parte di donne che lo reputano innocente. Ted riesce addirittura ad instaurare una storia d'amore con una sua vecchia amica, facendola diventare la sua portavoce stampa all'esterno del tribunale e mettendola incinta durante la sua carcerazione. Quante sono perciò le vittime di Ted Bundy? Certo quelle uccise, ma anche quelle che lo hanno amato e che gli sono state accanto abbagliate dai suo modi educati, dalla sua bella presenza, alle quali ha carpito fiducia e sincero affetto, rendendole poi delle persone insicure e piene di sensi di colpa per non essere state in grado di comprende chi avevano accanto.

La regia di Joe Berlinger è attenta e scrupolosa nel raccontare episodi documentati dai filmati dell'epoca, non aggiunge e non leva niente di quello che è riconducibile alle vicende processuale, ma si concentra nel raccontare quello che per molti anni non è mai stato detto, ovvero il mondo “normale” del serial Killer. Quando non uccideva, quando non era un predatore, Ted era un normalissimo ragazzo, ben voluto, con amici, una fidanzata, una madre amorevole che una volta venuti a conoscenza della vera natura di Ted, sono caduti in depressione, oppure si è sono nascosti per la vergogna di non essere stati in grado di denunciare in tempo, o peggio si sono ostinati in una difesa ad oltranza accecati ad un amore morboso. La pena di morte, inoltre, non risarcisce né consola chi è rimasto vittima di Ted Bundy, ma mette sul solito livello giudici e carnefice.

Bravissimo l'attore Zac Efron nei scomodi panni di Ted Bundy, e sempre grande John Malkovich nel ruolo del giudice dello stato della Florida che condannerà Ted alla pena di morte.

 

 

 

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