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Looking Glass - Oltre lo specchio

Regia di Tim Hunter vedi scheda film

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La recensione su Looking Glass - Oltre lo specchio

di gerkota
2 stelle

Con questo brutto film del regista Tim Hunter (vecchio mestierante che ha conosciuto alcuni momenti di gloria grazie ad apprezzate opere quali Una madre coraggiosa [1996]) può considerarsi certificato il fatto che le perversioni sessuali non portano bene al povero Nicolas Cage, incappato altre volte nel settore con esiti deludenti (come successo ad esempio nel pesantissimo Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans, [2009]). È un attore imponderabile, capace di passare dallo sfiorare un Oscar (nel 2003, Il ladro di orchidee) o addirittura vincerlo (nel 1996, Via da Las Vegas), al rendersi partecipe di autentiche boiate la cui immissione sul mercato cinematografico risulta, in alcuni casi, persino inspiegabile, tanto è vero che in Italia, ad esempio, questo insulso Looking Glass (2018) i cinema non li ha visti nemmeno in cartolina mentre io ho avuto la brillante idea di recuperarlo in streaming (in abbonamento, sia chiaro).

 

Nicolas Cage

Looking Glass - Oltre lo specchio (2018): Nicolas Cage

Due coniugi di Los Angeles - il già citato Cage e la carina moglie interpretata da Robin Tunney (più attiva nelle serie tv che sul grande schermo) – provano a ricostruirsi una vita insieme, dopo aver perso una figlia piccola a causa di un incidente su cui il film spende poco più d’un minuto. Loro ci provano, almeno, a ricominciare. Buona idea, mi son detto, perché di solito questo inflazionato espediente delle sceneggiature è alla base di migliaia di matrimoni frantumati ancor prima che le vicende filmiche comincino. I due rilevano un motel a ridosso del deserto e cominciano questa bizzarra, nuova esistenza nella più classica desolazione della provincia americana. Bizzarra, perché oltre ad essere tormentati da inquietanti episodi che li coinvolgono (una sera, ad esempio, trovano un maiale squartato, lasciato a frollare nella piscina del motel e ricollegabile ad un paio di omicidi), si danno un gran daffare nel litigare come se dovessero divorziare il giorno stesso e poi a trombare in modo selvaggio, mezzi ubriachi dopo magari aver passato una nottata al casinò. La principale motivazione dei loro scontri, più che il trauma di coppia causato dalla perdita di una figlia di sei anni– che nella norma dovrebbe averli devastati – è invece il fatto che lui è, senza mezzi termini, un eterno arrapato con lo sguardo da pesce lesso (come solo Nicolas Cage sa fare se capita tra le mani del regista sbagliato), la cui nuova vita come direttore del motel è resa ancor più tormentata dall’aver scoperto che in una delle camere c’è uno specchio attraverso il quale, acquattato dalla parte opposta della parete, può spiare la privacy, per lo più libidinosa - manco a dirlo - dei clienti. Desolante. Non tanto l’idea, che se sviluppata con intelligenza a qualcosa avrebbe anche potuto portare. Ma il modo in cui è resa da Hunter che non ha neppure il coraggio di metterci una trasgressività senza remore e una violenza degna e credibile per il cinema d’oggi.

 

Nicolas Cage, Robin Tunney

Looking Glass - Oltre lo specchio (2018): Nicolas Cage, Robin Tunney

Questi motel para-hitchcocchiani hanno davvero rotto le scatole. Le ‘strade’ di Hollywood ne sono piene, sembra che vi debba succedere chissà cosa mentre il più delle volte restano nella memoria solo come desolate scatole vuote. Misero il colpo di scena (si fa per dire) finale che spiega gli accadimenti, irrilevanti i personaggi di contorno, sia per come sono proposti dallo script e dalla regia, sia per lo scarso lignaggio degli interpreti da cui sono impersonati. E null’altro interviene a colmare le lacune di un film da evitare con cura, visto che si aggira pericolosamente nell’universo on-demand a scapito di chi, in qualche circostanza, ha potuto apprezzare un buon attore come Cage e quindi può essere ingannato da una locandina accattivante. Voto 2.

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