Regia di Robert Young, Fred Schepisi vedi scheda film
Spin-Off davvero poco riuscito del divertentissimo “Un pesce di nome Wanda”. Gli interpreti sono press'a poco i medesimi eppure il risultato è profondamente deludente.
Non sempre è vero quel che recita il proverbio, e cioè che un frutto non cade mai lontano dall'albero. E aggiungiamo pure purtroppo, perché qui il frutto in questione, “Creature selvagge”, è caduto ad anni luce di distanza dallo stupendo tronco “Un pesce di nome Wanda”. Frizzante, fresco e genialmente (e britannicamente) divertente il film matrice; piatto, confuso e scialbo questa sorta di sequel/spin-off che mai avrebbe dovuto veder la luce. Il progetto, fortemente voluto dallo stesso John Cleese, venne affidato al poco noto Robert Young (“Un pesce di nome Wanda” era stato diretto da Charles Chrichton che pero' nel 1996 era ormai sui 90 e quindi definitivamente in pensione), ma all'anteprima la sua versione del film ricevette critiche talmente dure da spingere i produttori a girare nuovamente buona parte delle scene. Per questa seconda serie di ciak venne chiamato Fred Schepisi, autore certo piu' noto del primo ma comunque non uno specialista in commedie. Schepisi -si legge- propose in pratica di eliminare tutto il materiale gia' esistente, in particolare i primi 15 minuti della pellicola, che alla fine vennero pero' inseriti nella versione da distribuire nelle sale. E sinceramente la parte iniziale del film e' anche quella peggiore: banale e noiosa al punto da indisporre lo spettatore. Il resto comunque, pur contenendo qualche spunto divertente, non avvicina neanche i magistrali livelli di comicità toccati nel primo film. E se ci aggiungiamo poi la moraletta ecologista all'acqua di rose inserita a forza in un contesto già poco fortunato, il risultato non può che essere profondamente deludente. Al botteghino fu peraltro un flop clamoroso.
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