Regia di Rob Reiner vedi scheda film
Amo Rob Reiner per tanti bei film che ci ha regalato. In questo però mi ha notevolmente deluso. Un processo iniquo per un fatto di cronaca nel profondo sud americano , intriso di razzismo e prevenzioni, avvenuto mentre JFK combatteva proprio contro quella piaga, viene riaperto dopo venticinque anni nel tentativo di fare un tardivo atto di giustizia. Una storia vera che il regista adatta per lo schermo usando tutti gli inflazionati mezzi usati per questo genere di film di denunzia sociale : l'avvocato idealista che si esprime con luoghi comuni di irritante piattezza, i fautori della supremazia dei bianchi che lo contrastano e lo minacciano con i consueti mezzi, la burocrazia implacabile che frena ogni spunto di fantasia, la situazione famigliare del nostro eroe ,padre accorato e lacrimoso di tre bambini bravi bravi , il cattivo che più cattivo non si può : "il cervo è un animale nobile, non sparerei mai ad un cervo ; ad un negro si...". Viene spesso alla mente di fare un raffronto con quella meraviglia di "Il buio oltre la siepe" ma il solo parlarne è sconveniente.
Imbolsito e monoespressivo ; se cambiasse quella dannata pettinatura anni '50 ....
Ormai è l'imitazione continua di se stessa del "Colore Viola" ; non basta il sorrisone patetico a tutta faccia per fare un'attrice.
Si diverte a forzare la cattiveria del suo personaggio facendo "a faccia feroce" e ce lo fa capire. Come sei lontano "C'era una volta in America".
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