Regia di Michael Cimino vedi scheda film
L'ultimo film di Cimino datato 1996, e per ora, purtroppo, ha mantenuto la sua promessa di addio al cinema, non avendone fatti altri, dopo le batoste produttive e distributive, con la sorgente che parte da I Cancelli del Cielo, che è stata la sua maledizione ad Hollywood, che nessuno vuole perdonare o comprendere ed anche a noi abbastanza incomprensibile, dato che ci sono attori e registi che infilano un insuccesso dietro l'altro, ma che continuano a macinare film inguardabili, bisogna fare i nomi? Basta osservare e neanche tanto per il sottile,e poi io li ho fatti tante volte, ma dato che certa stampa e mezzi di comunicazione continuano ad osannarli tutto rimane nel piatto dorato della ipocrisia e dei finti altari. Una storia al limite della follia, o meglio dire della fantasia di cui l'umanità, raggiunti certi estremi, ha bisogno; uno scontro di posizioni sociali acquisite ed incorporate con tale forza da diventare una corazza inaccessibile e tagliente. Come in tutte le situazioni incancherite ci vuole la violenza, o la rivoluzione per riportare certi valori a come lo sono nella vita vera, e ridare la vera aria a cui da troppo tempo si è rinunciato. Un film che sa di poesia, attraverso un genere che inizialmente ci porta a fare i conti con un cinema ben conosciuto, anche dallo stesso regista, ma che lentamente si spoglia, e la durezza estrema e senza sconti si lascia per strada ricostruendo un'umanità non solo persa, ma forse mai conosciuta. Cimino prende due attori efficaci e disponibili, coinvolti nella maniera giusta, e per Harrelson il cammino del suo personaggio non è neanche inutile dato che ha fatto delle scelte ben concrete, dimostrate anche in un documentario che verrà qualche anno dopo. Il regista vuole farci capire che la scoperta di certi valori è necessaria, dato che stiamo vivendo in maniera falsa ed innaturale,e solo nel caso di essere messi a nudo e senza aiuti artificiosi, ci può far riflettere per riprendersi quello a cui abbiamo rinunciato squilibrandoci e dandoci solo un virtuale senso di vita. Il regista a ben guardare ritrova la sua vena naturale, e se non sbaglio anche le sue origini,dato che ha sangue indiano nelle vene, attraverso e in un crescendo di panorami bellissimi e incontaminati, che sono infondo anche , messo in parallelo, quello che è il suo discorso cinematografico e politico. Il film in America non è stato accolto bene , ma per me è un un esempio vero di grande cinema, almeno per come lo intendo io. Un bel titolo in lingua originale e più significativo
una storia in divenire bellissima
Spero sempre che non sia un addio
un volto incisivo e drammaticamente efficace
una interpretazione da ricordare
grande cameo di una attrice immensa
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