Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Chi è l'altro? (1972): locandina
Nelle campagne del Connecticut di metà anni '70, l'adolescenza di Niles è turbata da un trauma infantile che lo ha colpito dall'infanzia, e che la dinamica della narrazione lascia scientemente nebulosa. Il ragazzo vive con la giovane madre Alexandra e l'amata nonna di origine russa, dotata di spiccate facoltà medianiche, che in parte insegna al nipotino, per aiutarlo a difendersi da pericoli ed insidie tipiche di una età incerta ed inquieta.
In più Niles è dotato di vivida immaginazione, al punto da vivere una alternativa realtà popolata dei fantasmi che provengono da una dimensione tutta personale.
Chi è l'altro? (1972): Chris Udvarnoky
Chi è l'altro? (1972): Uta Hagen
In tale contesto il ragazzino ha rimosso la tragedia della morte del suo fratellino gemello, precipitato in un pozzo in età infantile, ed attribuisce a lui una serie di spiacevoli avvenimenti che culminano addirittura in una serie di misteriosi omicidi avvenuti attorno alla casa della famiglia di Niles.
Chi intuisce la verità e le responsabilità del ragazzo, finisce inesorabilmente per fare una brutta fine.
Il bravo ed affidabile regista Robert Mulligan dirige un dramma psicologico dai cupi risvolti horror che si rivela inquietante ed insieme incalzante, rivelatore solo per gradi di una verità sconcertante, dosata abilmente in modo da scandire sapientemente la tensione.
Nel cast due attrici molto note negli anni '70, la tedesca naturalizzata statunitense Uta Hagen nei panni della nonna, e la bella e sacrificale Diana Muldaur, nota ai più come protagonista femminile del serial Nata libera del '74.
Chi è l'altro? (1972): Chris Udvarnoky
Chi è l'altro? (1972): Victor French
Mulligan gioca con la ripresa sequenziale dei due fratellini gemelli Niles e Holland, interpretati dai gemelli Chris e Martin Udvarnoky, belli, identici ed inquietanti quanto basta per fare capire allo spettatore che qualcosa a cui sta assistendo non quadra come potrebbe sembrare.
Chi è l'altro, film piuttosto dimenticato, si rivela un thriller psicologico riuscito, ambiguo ed inquietante che riesce a catturare l'attenzione dello spettatore e a rendere contagioso il senso di disagio entro cui si ritrova a vivere il disagiato giovane protagonista, sballottato tra una cruda realtà ed un beffardo mondo di fantasia che non serve più solo come un rifugio.
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