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The Maus

Regia di Yayo Herrero vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Maus

di zombi
9 stelle

EUROPA è una parola che sta tra un bosco bosniaco e un parco cittadino tedesco...

tra i due concetti di verde, ci stanno una guerra civile per l'indipendenza dopo il dissolvimento di un'utopia(nata abortita su una strage)con l'intento di ripulirsi in casa di un'etnia considerata inferiore, e un'idea di unione per aiutarsi vicendevolmente.

lo sguardo di selma è dentro l'europa, ma il bosco bosniaco è un universo parallelo dove è pericoloso avventurarsi fuori dei percorsi a causa delle mine anti uomo.

selma è una bosniaca in via di farsi una vita a berlino con un fidanzato tedesco; entrambi comunicano in inglese in una sorta di terra di nessuno dove l'amore, l'appoggio e il conforto sono un inno; selma e alex sanno poco della lingua dell'altro e se lo rinfacciano con rispettoso fastidio.

selma è tornata in quei luoghi per seppellire dignitosamente i resti di tutta la sua famiglia, trucidata durante la guerra.

alex l'ha accompagnata e le ribadisce il suo appoggio e il suo conforto, mentre passeggiano su uno sterrato verso un'ipotetico centro urbano situato forse ad una mezz'ora da dove la macchina si è rotta, dopo che il gps li ha erroneamente condotti lì in mezzo.

nei novanta minuti di film, passiamo dal dramma umano di una persona, che capiamo essere un dramma socio-politico di un continente, veicolato da un genere che si appoggia allo horror, mediante il credo religioso a cui si aggrappa selma e che è stato uno dei motivi principali per cui la persecuzione è sfociata nel genocidio; per sfondare nel revenge movie(per dirla in soldoni)dove è chiaro che l'EUROPA ha fallito miseramente.

herrero ha confezionato un film che è perfetto direi; innanzitutto la durata dei 90 minuti è l'ideale per chi guarda, ma soprattutto è perfetto per rendere un film fruibile.

ci sono i clichés e i twist che si annullano a vicenda e si riconfermano, confondendo lo spettatore, tanto che all'inizio mi ha pure un pò infastidito.

è un film che cresce ogni volta che tenti un'interpretazione e una spiegazione, e anche nei suoi momenti più semplici da capire, come quando i due serbi chiamano alex "europa", il film non fa che riguadagnarne.

c'è stata una guerra che ha fatto schifo come tutte le guerre, ma che in tempi di pace ha fatto ancora più schifo per il ruolo quasi ingenuo che l'EUROPA ha intrapreso, per non dire interpretato(e in questo il film di DANIELE GAGLIANONE, RATA NECE BITI!, lo dice in maniera esemplare).

occhi di selma

YA-HAFIZU recitate da selma come una parola magica

le mani di selma intorno al ciondolo lasciatole dal padre prima di venir giustiziato

la trasformazione di selma che alex non può capire

herrero che inquadra in primissimo piano la nuca o il viso rendendo tutto sfuocato intorno

spaventoso - violento - cupo, così lo etichetta netflix

che agli appassionati di spavento dice tutto e nulla, anche perchè guardando MAUS non è tanto il salto sulla sedia che cerchi; anzi, non si salta mai;si può tranquillamente affermare che a parte qualche ricerca da parte degli autori di evitare i soliti facili passaggi, tutto quello a cui si assiste è come un passaggio naturale...

l'ovvio è ciò che ci paralizza e ci strema e l'osservare come due persone che si amano sono così vicini e così lontani e non ci si sia la benché minima possibilità che si capiscano, e si parla di estremizzare il discorso riguardo al film in questione.

cupo, cupissimo, alex, EUROPA anche da dentro guarda l'orrore da osservatore e... la storia recente la conosciamo

 

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