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Il commissionario

Regia di Florestano Vancini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il commissionario

di zombi
8 stelle

altra piccola perla della televisione di stato, anno di grazia 1983. un travet, un lavoratore che vorrebbe essere dello stato, ma rimane al di fuori di esso, navigando nelle fetide acque del MINISTERO, conosciuto da tutti, ma senza che nessuno veramente sappia a quale poltrona si sia aggrappato tenacemente. con le musiche Morriconiane-complottiste di manuel de sica, sembra proprio di essere in uno di quei bei film, dove il MINISTERO comincia a vivificarsi di cadaveri e si scopre che l'assassino è il MINISTERO stesso. il commissionario che si aggira per i corridoi, le stanze e gli archivi, ha preso possesso di un sottotetto, ovviamente non ha un numero interno, e sa essere dove deve quando vuole. è un'ometto come ce ne sono tanti dentro al MINISTERO, che sa maneggiare pratiche come quasi nessuno all'interno di quel ventre purulento. c'è un twist che riguarda il piccolo lavoratore dello stato come ogni buon giallo politico del decennio precedente ha insegnato. il commissionario gestisce la sua tela di ragno per portare avanti quelle pratiche che nessuno di quegli omuncoli, porterebbe mai avanti se non previa bustarella. con tutti i suoi tic ritualistici, scendendo dal suo bugigattolo e addentrandosi nei meandri del MINISTERO, il commissionario segue strade illegali, illecite e oscure per perseguire intenti ineccepibili, e uno di quei travet grigio vestiti se ne accorge e lo segue. ma il nostro commissionario se ne accorge e mal interpretandone i fini, come in un buon film complottista-golpista, preso da un terrore incontrollabile, se ne libera tra centinaia di faldoni-spettatori. non ha saputo interpretare le sue sincere lusinghe, oberato dal peso della sua illecita missione. chiuso tra le 4 ristrette mura del suo ufficio, reso irragionevole dal gesto insano appena compiuto, guarda dritto davanti a sè, guardando noi, guardando se stesso e si scaglia in un'invettiva delirante sulla difesa del suo operato e su ciò che lo stato dovrebbe tributargli, tra vie e piazze a lui dedicate, manco fosse un liberatore della patria o un somme pensatore. il povero commissionario schiantato dal peso del suo ego, si rannicchia inebetito, mentre la moglie picchia alla porta. un piccolo miracolo di misure, gestito nel ristretto ma bastante tempo di 60 minuti, è un premio al talento smisurato di PAOLO BONACELLI.

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