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Noi tre

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su Noi tre

di Baliverna
6 stelle

E' un curioso film in costume, curioso perché ha un tono assolutamente quotidiano, e non mitizza (anzi) neppure la figura di un pianista così famoso. La prima parte è forse la meno valida, dove viene presentata - come si dice - una famiglia marcia: uno è ufficialmente pazzo, ma ce ne sono altri di strani e di bizzarri, e in generale tutti danno un senso di precarietà e alcuni di decadimento e corruzione. Soprattutto il conte è addirittura un personaggio sgradevole, interpretato da un Carlo delle Piane abbruttito dal trucco (capelli lunghi, dentiera di grossi denti gialli che gli rovinano la parlata, rughe...). E' inoltre proprio antipatico, perché è anche molto ipocrita. Gli altri sono dei poveretti o dei tipi comuni con le loro miserie umane. Mi chiedo se quell'orribile e incomprensibile usanza di tenere i morti in casa per due settimane fosse esercitata qua e là, oppure no; nel breve prologo, infatti, si ipotizza che la storia sia inventata.
Secondo me il film ci guadagna quando l'interesse si sposta su "loro tre", cioè sul terzetto del pianista, il figlio (o nipote?) del conte e la ragazza della casa vicina. Sono tre giovani, ma col comportamento sono ancora bambini, anche se forse nel senso buono del termine. Vivono una specie di amicizia/affetto a tre, ingenua e spensierata, quasi utopica. Forse tramite loro Pupi Avati è come alla ricerca di un'innocenza infantile perduta, uno stato di amicizia-amore quasi idilliaco e forse irrealizzabile. Sia per la breve durata di questa situazione che per l'ambientazione in un lontano passato se ne riceve una sensazione nostalgica e malinconica, così presente nel secondo periodo del regista.
Non è male, o è quasi bene, ma è nettamente inferiore ad altri due film di quegli anni, cioè "Una gita scolastica" e "Impiegati". PS: ci sono tutti gli attori e i caratteristi avatiani, e sarebbe quasi una delusione il non ritrovarli.

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