Regia di Petersen Vargas vedi scheda film
La vita di un giovane studente filippino viene sconvolta dall'incontro con due carismatici fratelli filippino-americani, il cui fascino "straniero" nasconde un substrato oscuro. Un'avvincente coming-of-age-story che rivela il talento sensibile ed il tocco aggraziato di un giovanissimo regista, da tenere d'occhio.
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Impressionante esordio per il giovane regista filippino Petersen Vargas (classe 1992), 2 Cool 2 Be 4gotten è ambientato a fine anni 90 nella provincia filippina di Pampanga, teatro nel 1991 della catastrofica eruzione del vulcano Pinatubo ed un tempo sede di una base militare americana.
L'eruzione e le sue drammatiche e distruttive conseguenze riaffiorano più di una volta in questo racconto adolescenziale, in cui il “secchione” Felix, ragazzo silenzioso e senza amici interessato esclusivamente al successo scolastico, vede la sua vita scombussolata dall'arrivo a scuola degli Snyder, due carismatici fratelli filippino-americani.
Attraverso una richiesta di aiuto nei compiti che dà inizio ad una frequentazione ed un'amicizia, il più solare Magnus ed il torbido Maxim attraggono Felix nella loro esistenza, segnata dall'abbandono del padre, un soldato americano che non gli ha lasciato molto se non un aspetto meticcio “esotico” ed una promessa di portarli in America a frequentare il college. Il rapporto con la madre libertina e permissiva Demetria, accusata dai figli di essere una sorta di prostituta, è fonte di stupore per Felix, cresciuto nel conservatorismo tipico di una famiglia tradizionale filippina.
I fratelli Snyder sono “too cool to be forgotten” agli occhi non solo di Felix, ma anche del resto della scuola e della comunità. Le loro disponibilità economiche gli permettono di condurre una vita molto diversa da quella dei coetanei filippini e la loro “bianchezza” è un evidente elemento di attrazione in una società che sembra mitizzare tutto ciò che è americano, al punto che l'insegnante impone agli studenti di esprimersi in inglese, definendo chi parla la lingua locale un “barbaro”, e lo stesso Felix si vanta con la famiglia Snyder di “esprimersi meglio” nella loro lingua.
Tuttavia dietro la loro apparente coolness affiora una profonda rabbia per il non appartenere a nessuno dei due mondi e la frustrazione per essere stati abbandonati ed ingannati dal padre, vedendo sfumare il miraggio di una vita negli Stati Uniti e , nel caso di Maxim, emerge un'indole spregiudicata a e malvagia.
Il film è una coming-of-age story in cui Felix, relazionandosi con gli Snyder così diversi da lui, arriva a scoprire lati della sua personalità che nemmeno lui conosceva: era un ragazzo che pareva incapace di provare qualsiasi emozione, ma i muri che si era costruito intorno iniziano a crollare grazie alla crescente attrazione che prova per Magnus, mentre il manipolativo Maxim gli suscita un lato più oscuro, come nella scena in cui, ribaltando le dinamiche di potere precedenti, lo costringe a spogliarsi e masturbarsi per lui come contropartita per la sua partecipazione al piano diabolico.
Il regista usa la potente immagine del lahar, la colata di fango incandescente che distrusse e seppellì per sempre la casa di Felix e della sua famiglia quando eruttò il Pinatubo, a simboleggiare lo sconvolgimento prodotto dalle forze della natura, come l'incontro con i fratelli scatena inarrestabili forze finora represse nell'animo di Felix che mettono sottosopra la sua anonima esistenza, al pari di una inarrestabile colata vulcanica che costringe un'intera comunità ad abbandonare le sue abitazioni ed a ricostruire altrove le proprie vite.
Il regista Petersen Vargas dimostra grandissima bravura, soprattutto considerando la sua giovane età, nel massimizzare le potenzialità del linguaggio cinematografico al servizio della storia, dando prova di grande sensibilità ed eleganza. Nel comporre ricercatissime inquadrature, con massima cura estetica anche per i dettagli, sceglie di affidarsi principalmente a inquadrature fisse ed opta per un inusuale formato di immagine quasi quadrata. Grande cura è dedicata alla fotografia, con la scelta di immergere il film in una luce ridente che contrasta con i temi oscuri che si sviluppano ne rapporto tra i ragazzi.
Paga la scelta del regista di utilizzare sempre un tocco delicato, non calcando la mano nemmeno quando la sceneggiatura discende in territori più oscuri, ma mantenendo comunque lo spettatore avvinto dall'intreccio, anche grazie alla convincente prova dei tre giovani attori protagonisti.
Il regista Petersen Vargas presenta il suo film al Lovers Fil festival- Torino LGBTQI Visions 2017
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